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LAVAGNA TATTICA – Come Arthur e Bentancur hanno cambiato il centrocampo della Juve
Grazie a Bentancur e Arthur, la Juve contro il Napoli è stata molto più intensa di quella vista a San Siro. Analisi tattica della Supercoppa
Contro l’Inter, avevamo visto la Juve peggiore della stagione. Il primo pressing si era rivelato fallimentare, i nerazzurri trovavano sempre Brozovic libero e avevano poi modo di attaccare in campo aperto: Barella tra le linee bucava costantemente in due i rivali.
A Reggio Emilia, la Juventus è stata molto più convincente senza palla. Il Napoli, come suo solito, provava ad uscire e a palleggiare in modo insistito dal basso: i bianconeri sono però stati aggressivi e convincenti, con i partenopei che raramente hanno trovato l’imbucata centrale. Spesso, in stagione, la Juve aveva mostrato difficoltà nell’accorciare sul doppio mediano avversario. Ieri i bianconeri sono stati invece bravi nell’impedire a Demme e Bakayoko di ricevere palloni in modo pulito, la squadra era corta e intensa.
Per pressare in avanti il Napoli e impedire di imbeccare Zielinski tra le linee (una delle principali soluzioni offensive della squadra), Pirlo ha studiato una soluzione ad hoc. Quando i partenopei costruivano dal basso, Arthur si sganciava in avanti per occuparsi di uno dei due mediani, mentre Bentancur rimaneva più basso e bloccato per proteggere la retroguardia, togliendo spazio a Zielinski.
Nella slide sopra, si vede l’organizzazione del pressing juventino, che costringe Manolas (su cui va Kulusevski) al lancio lungo. McKennie e Arthur sono su Demme e Bakayoko (i mediani rivali), mentre Bentancur è più basso per occuparsi di Zielinski e coprire lo spazio tra le linee. In questo caso, Bonucci è anche bravo a uscire su Petagna.
Quando poi il Napoli, senza spazio centrale, allargava il gioco sui terzini, la Juve era brava e compatta nello scivolare in fascia. Danilo e Cuadrado, i terzini, accorciavano bene su Lozano e Insigne quando questi venivano incontro. Insomma, a differenza della trasferta di San Siro, i bianconeri erano corti e aggressivi in qualsiasi zona del campo: un qualcosa che, probabilmente, con Ramsey e Rabiot è più difficile da ottenere.
Un esempio sopra, dove la Juve scivola molto bene in fascia, con Cuadrado che segue il movimento profondo di Insigne. Da notare anche la posizione di Bentancur, che marcava quasi a uomo Zielinski, abbassandosi quando il polacco veniva incontro per ricevere qualche pallone giocabile. Il sudamericano ha effettuato la bellezza di 6 intercetti e 2 contrasti vinti, record del match: ha dato tanta solidità alla fase di non possesso.
Probabilmente, proprio la partita del numero 20 napoletano dimostra come il successo della Juve sia meritato. Il fatto che i bianconeri non abbiano concesso alcuna ricezione tra le linee a Zielinski è una dei principali successi tattici del match. Anche quando il Napoli consolidava il possesso, raramente trovava spazi per vie centrali, era costretto ad andare sugli esterni, dove però la manovra si bloccava.
Fase di possesso
La presenza di Arthur e Bentancur cambia anche la fase di possesso della Juve. Come abbiamo scritto più volte, negli ultimi mesi Pirlo è passato a un 3-5-2 in cui entrambe le mezzali hanno compiti offensivi importanti: riempiono l’area e attaccano gli spazi. Con i due sudamericani in campo, vediamo invece un sistema che – per quanto fluido – è molto più vicino al 3-2-5 di inizio stagione. Bentancur e Arthur sono più bloccati e vicini tra di loro, con McKennie che invece è sempre alto e pronto ad aggredire la profondità.
Con l’assenza di Morata, ieri l’americano aveva compiti offensivi importanti, visto che doveva riempire un centro dell’attacco che altrimenti sarebbe stato vuoto. Ancora una volta, gli smarcamenti dell’ex Schalke sono stati determinanti per consentire ai bianconeri di trovare l’uomo libero e consentire all’azione di progredire.
Due esenpi sopra. Bentancur e Arthur più bloccati, mentre McKennie gioca vicino a Kulusevski.
La vicinanza dei due mediani ha reso più facile per la Juventus consolidare il possesso: si muovevano molto, scambiandosi spesso di posizione e associandosi sul breve con tanta pulizia tecnica. Il Napoli faticava nel coprire il doppio mediano bianconero, con la Juve che riusciva quindi a superare la pressione rivale (anche se a volte è poi mancata un po’ di incisività in zona di rifinitura).
Le qualità di Arthur
Arthur, per quanto abbia qualità sublimi nel proteggere palla e gestire il possesso (con lui la palla è davvero in banca) viene spesso contestati per l’eccessiva orizzontalità del suo gioco. E’ vero che il brasiliano ha un modo di giocare “spagnolo”, però ci sono molti preconcetti nelle critiche che gli vengono rivolte, soprattutto sui suoi passaggi corti. Quando c’è il compagno libero tra le linee, Arthur lo serve quasi sempre (e bene). Se temporeggia e non la scarica, è perché il più delle volte manca proprio la soluzione di passaggio.
Ieri, come per esempio nella slide sopra, si è distinto per diverse buone verticalizzazioni alle spalle del centrocampo avversario. Situazioni di questo tipo non dipendono quindi solo da Arthur, ma soprattutto degli smarcamenti dei compagni davanti a lui.
Insomma, serviva una reazione dopo il tonfo di San Siro. Anche se non tutto ha funzionato al meglio (la Juve ha faticato nel perforare il blocco basso del Napoli), ci sono stati segnali importanti. Quelli più rilevanti arrivano dal centrocampo, che ha brillato in entrambe le fasi. Vedremo se Pirlo sceglierà di impiegare Arthur con più costanza da ora in poi.