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LAVAGNA TATTICA – Juve Inter: Come Pirlo ha limitato Lukaku e Hakimi

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Dopo un primo tempo difficile, le intuizioni di Pirlo hanno dato più solidità alla Juve. I bianconeri hanno dimostrato grande solidità

Una gara solida

La Juve centra la finale di Coppa Italia in una partita che rappresenta un segno di continuità con le ultime gare. E’ stata infatti una prestazione non sublime dal punto di vista tecnico, con diversi errori e difficoltà nel resistere al pressing avversario. Nonostante ciò, la Juventus ha di nuovo dimostrato solidità, difendendosi con un baricentro basso tanto accorto quanto compatto, con grande sacrificio da parte di tutta la rosa. Anche se l’Inter ha tenuto palla, le parate di Buffon sono state molto poche.

Il match di Coppa Italia non è stato comunque lineare, ha avuto più partite all’interno della stessa. Nel secondo tempo, la Juventus ha retto alla grande e limitato la pericolosità nerazzurra. Al contrario, nella prima frazione i bianconeri hanno invece spesso dato sensazione di fragilità, con l’Inter che esponeva bene alcuni limiti tattici dei padroni di casa.

Le difficoltà su Hakimi

I maggiori pericoli si verificavano soprattutto in ripartenza, a seguito di palloni recuperati nella propria trequarti. Anche a causa delle diverse assenze, la Juventus non ha fatto una buona gara offensiva nel terzo di campo rivale: l’area era spesso vuota e c’erano in generale poche idee. Abbiamo quindi visto tanti errori tecnici (soprattutto da parte di Alex Sandro e Bernardeschi), che generavano transizioni pericolose.

Quando l’Inter recuperava palla, aveva sempre praterie sul proprio lato destro, con Hakimi che partiva in velocità. Bernardeschi e Alex Sandro, piuttosto alti, si facevano costantemente prendere alle spalle, hanno lavorato piuttosto male in coppia. I nerazzurri hanno scelto correttamente di approfittare delle loro lacune.

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Vediamo due esempi nelle slide sopra, entrambe ripartenze dopo palloni recuperati nella trequarti interista. Nella prima, Bernardeschi perde malamente palla, nella seconda è invece Sandro che sbaglia tecnicamente. Hakimi ha un’autostrada in entrambi i casi. Nella prima slide (l’azione del tiro ribattuto provvidenzialmente da Demiral), De Ligt è costretto ad aprirsi, poiché mancano sia Bernardeschi che Sandro. La catena sinistra ha quindi dato grossi problemi.

Anche quando l’Inter palleggiava dal basso aveva comunque tanti spazi, con Lukaku che anticipava sistematicamente De Ligt e poteva lanciare Hakimi in campo aperto. La Juve provava a pressare in avanti, con Kulusevski a uomo su Brozovic e Bentancur e Rabiot che invece si occupavano delle mezzali interiste. C’era però tanto spazio di cui l’Inter ha approfittato bene, in particolare grazie all’asse Lukaku-Hakimi. A inizio gara, De Ligt ha faticato molto nel contrastare lo strapotere fisico del belga.

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Due azioni simili nelle slide sopra. Lukaku anticipa De Ligt e lancia Hakimi in profondità: la Juve prova a difendere con una linea alta, ma non riesce a farlo bene. Non stupisce che nel secondo tempo Pirlo sia corso ai ripari.

L’attenzione di Demiral e Rabiot

Nella ripresa, infatti, l’Inter ha creato molto meno. In primis per un normale calo, ma anche per il cambio di atteggiamento dei padroni di casa. La Juve ha abbassato parecchio il baricentro, difendendosi di posizione: un po’ per scelta, un po’ anche perché costretta dal pressing rivale (per tutta la gara, i bianconeri hanno avuto enormi problemi nell’uscita dal basso).

Ciò ha consentito di coprire meglio il campo, con una prestazione di grande solidità in cui sono tanti i giocatori ad avere brillato. La Juventus, più corta, ha tagliato meglio i rifornimenti per Lukaku, che anche quando riceveva era circondato da maglie avversarie. L’Inter non è più riuscita a trovare profondità, con anche Hakimi che quindi è calato parecchio. De Ligt, al contrario, è cresciuto tanto.

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Qui vediamo il belga circondato da maglie avversarie, costretto ad allargare il gioco a destra, con la Juve che però scivola bene in fascia. Tutto il contrario dei molti spazi in campo aperto concessi nel primo tempo.

Come suo solito quando affronta difese schierate, l’Inter ha provato a rifinire soprattutto per corsie esterne: ben 24 cross contro gli appena 7 del primo tempo. La Juve proteggeva bene il centro (soprattutto grazie a un Rabiot molto preciso), di conseguenza i nerazzurri altro non potevano fare che allargare il gioco. I bianconeri sono riusciti a proteggere bene il centro dell’area, con Demiral che è stato un vero e proprio muro. Oltre a 4 spazzate e 3 intercetti, il turco si è distinto per ben 5 tiri ribattuti, con l’Inter che ha quindi faticato nell’impegnare Buffon. Avere abbassato il baricentro ha fatto emergere le poche idee della formazione nerazzurra

Con l’ingresso di McKennie, la Juve ha acquisito ulteriore solidità, gestendo nel complesso molto bene il secondo tempo. Insomma, sembra passata una vita dalla formazione fragile di inizio stagione: oggi i bianconeri si sanno adattare all’avversario, dimostrando grande attenzione e compattezza. La Juve di Pirlo, finalmente, è sempre più squadra.

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