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LAVAGNA TATTICA – Le difficoltà di Chiesa contro il Napoli
Le poche note negative della Supercoppa riguardano la rifinitura bianconera. Chiesa e Kulusevski non hanno brillato, la Juve a tratti è stata sterile
I passi in avanti di Pirlo
Ieri abbiamo scritto sui numerosi passi avanti compiuti dalla Juve a Napoli. Il pressing è stato convincente, ha impedito ai partenopei di iniziare in modo pulito dal basso: tutto il contrario della sfida di San Siro, dove Brozovic era stato trovato costantemente libero alle spalle delle punte rivali. Dal croato nascevano poi attacchi in campo aperto, con la Juve costretta a rincorrere e sempre lunga. Al contrario, il Napoli ha faticato molto nel consolidare il possesso e nel trovare Zielinski tra le linee: i bianconeri hanno ben neutralizzato le principali fonti del gioco partenopeo.
Inoltre, con Arthur e Bentancur vicini, la Juve ha palleggiato molto bene e consolidato il possesso con facilità, resistendo alla pressione del Napoli. Abbiamo visto con chiarezza l’ibrido tattico di Pirlo a seconda della posizione della palla. Quando i bianconeri impostano dal basso, la linea difensiva è chiaramente a 4: quando i bianconeri alzano poi il baricentro, vediamo il solito ibrido con Cuadrado largo che dà ampiezza e Danilo che invece agisce più stretto e bloccato.
Gli affanni di Chiesa
Se la Juve è stata piuttosto convincente negli aspetti scritti sopra, va però detto che la pericolosità non sempre è stata alta. Per quanto non fosse facile perforare il blocco difensivo di un Napoli, come al solito, molto coperto e accorto, va detto che i bianconeri non sono sempre stato efficaci in zona di rifinitura per diversi motivi.
Prima di tutto, soprattutto nel primo tempo, la catena sinistra ha funzionato molto male. Oltre ad aver sbagliato quasi tutti i palloni giocati, Ronaldo e Chiesa si pestavano spesso i piedi. Con l’italiano che, come d’altronde doveva fare nel sistema tattica di Pirlo, dava ampiezza a sinistra, capitava che l’ex Real Madrid (che gode sempre di tanta libertà tattica) si defilasse molto. Questi movimenti non davano però vantaggi concreti alla squadra, anzi impedivano alla Juve di occupare in modo credibile il campo: il Napoli aveva quindi gioco facile nel neutralizzare queste situazioni. I bianconeri hanno creato troppo poco nel primo tempo.
Di @WMckennie esaltiamo giustamente le doti di riaggressione.
Ma lo statunitense è stato determinante anche quando la Juve manovrava: smarcandosi dietro gli avversari e giocando la pared o la profondità, è stato impareggiabile nel far progredire velocemente l'azione. #McKennie pic.twitter.com/HDfoFzl7WZ— Andrea Lapeña (@andrelapegna) January 21, 2021
Nelle prime due slide, vediamo Chiesa e Ronaldo che calpestano la stessa zolla.
L’ingresso di Bernardeschi, questa volta, ha migliorato la fluidità della fase offensiva sulla catena sinistra. L’italiano ruotava meglio di posizione con le punte, capitava spesso che entrasse dentro al campo per esempio. Non abbiamo più visto calciatore che occupassero la stessa zolla, con Bernardeschi che si è anzi distinto per diversi buoni spunti e combinazioni con i compagni.
Luci e ombre per Kulusevski
La Juve ha patito anche l’assenza di Morata, con Kulusevski che ha giocato al suo posto. Oltre che per le qualità da finalizzatore, i bianconeri chiedono molto allo spagnolo anche nella risalita e nella rifinitura: vediamo spesso la verticalizzazione dal basso per la prima punta, con l’ex Atletico che utilizza molto il proprio fisico per giocare spalle alla porta, fare da sponda e associarsi con i compagni.
Senza di lui, la Juve ha perso qualche pallone di troppo in zona di rifinitura. Nonostante, anche grazie agli ottimi movimenti di McKennie, i bianconeri più volte (soprattutto nella ripresa, dove la palla è girata più velocemente) abbiano trovato tante ricezioni tra le linee, non sempre queste si sono tramutate in situazioni pericolose.
Con Ronaldo più aperto, di solito era Kulusevski che riempiva il centro dell’attacco e raccoglieva i filtranti da dietro (soprattutto di Arthur), occupando una posizione da nove. Per quanto l’ex Parma si riuscito spesso a ricevere e a girarsi (non aveva pressione addosso), ha sbagliato veramente tanto al momento dell’appoggio: sia quando doveva combinare con il compagno, sia quando doveva mettere l’uomo in porta. Da uno con le sue qualità ci si aspettano giocate più risolutive in zone così sensibili del campo.
Due delle molte ricezioni di Kulusevski tra le linee, che però vengono seguite da suoi errrori tecnici.
Non stupisce quindi che la Juve si sia aggrappata molto al proprio lato destro, dove Cuadrado è stato tra i migliori in campo.
Insomma, una gara positiva dove però gli attaccanti non hanno particolarmente brillato, risultando spesso imprecisi o addirittura fuori partita. Serve più fluidità e una circolazione di palla più convincente quando si affronta una difesa schierata.
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