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LAVAGNA TATTICA – Perché la Juve ha sofferto sulle palle alte
La Juve di Pirlo contro il Parma ha sofferto tantissimo su piazzati e palle alte. De Ligt è stato meno brillante del solito
Come abbiamo scritto negli scorsi giorni, la Juve di Pirlo è stata un po’ a due facce contro il Parma. Trae le cose che non hanno funzionato, abbiamo notato soprattutto la difesa nelle palle alte. Il grosso delle occasioni subite dai bianconeri sono infatti arrivati da cross, sia su azione che su calcio piazzato. In quelle situazioni, il Parma ha costruito nettissime occasioni da rete, che per fortuna di Pirlo non si sono tradotte in occasioni da gol. Per una volta, De Ligt è stato meno irreprensibile del solito in queste circostanze, un po’ come avvenuto una settimana fa in occasione del gol di Scamacca.
Ne è un esempio l’occasionissima di Pellé del primo tempo. Su calco d’angolo, la Juve marca a uomo: tuttavia, il difensore olandese non è perfetto nel corpo a corpo contro l’attaccante parmigiano, scivolando e consetendogli di staccare da solo al centro dell’area. Per fortuna di Buffon, Pellé impatta male il pallone.
Pure nell’occasione di Karamoh, De Ligt è tutt’altro che perfetto. Sa un cross che arriva da sinistra, l’olandese si perde il movimento (prevedibile) dell’attaccante verso il secondo palo, che può così tirare completamente solo. Alex Sandro è infatti attirato dall’esterno ducale, non c’è nessuno che riesce a contrastare la conclusione di Karamoh (che era appunto di De Ligt). L’ex attaccante dell’Inter si divora un’occasione che avrebbe potuto riaprire il match nel finale (il punteggio era sul 3-1).
Pure l’occasionissima di Grassi sul 2-1 esprime bene le difficoltà della squadra. Su un corner da destra, tutti sono attratti dal proprio uomo ma nessuno segue il movimento da dietro del centrocampista, che può colpire in totale solitudine. Arthur però si immola ed evita il 2-2.
Insomma, nelle prossime gare i bianconeri dovranno risolvere le difficoltà viste nelle palle alte.