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LAVAGNA TATTICA – Juve Verona: cosa deve temere Pirlo
L’Hellas Verona è un avversario insidioso per la Juve di Pirlo. Si caratterizza per un pressing molto intenso
Pressing alla Gasperini
La Juve viene da due gare molto diverse tra di loro, che abbiamo analizzato negli scorsi giorni. Questa sera affronta il Verona di Juric, uno degli avversari che l’anno scorso ha messo più in crisi la squadra di Sarri. Allievo di Gasperini, il tecnico croato ha principi tattici che in molte cose ricordano quello del suo maestro di Grugliasco. Soprattutto la fase di non possesso, che si caratterizza per un pressing fortemente orientato sull’uomo, applicato in modo particolarmente intenso ed aggressivo.
L’anno scorso, i bianconeri soffrirono molto questo approccio. Ebbero serie difficoltà nell’uscire dal basso, senza riuscire mai a trovare liberi i propri 3 centrocampisti, costantemente marcati dagli scaligeri.
Si vede nella slide sopra. Per superare l’intenso pressing veronese, i bianconeri furono costretti a lanciare molto lungo su Higuain. Il Pipita perse però tanti palloni.
Dopo l’eccellente scorsa stagione, l’Hellas ha venduto molti dei propri talenti in sede di mercato. Si tratta di una squadra con molta meno qualità rispetto alla stagione scorsa, un qualcosa che è emerso con chiarezza in queste partite. In particolare, il Verona fa grande fatica a segnare, come dimostra l’aver realizzato appena una rete in 4 partite.
Resta comunque una squadra aggressiva, che si sa rendere particolarmente ostica senza palla. Sarà un modo per valutare la capacità della Juve di Pirlo di resistere al pressing avversario.
Difficoltà a trovare i centrocampisti liberi
Ormai abbiamo imparato a conoscere lo scaglionamento dei bianconeri, un 3-2-5 in fase di possesso che senza palla diventa un canonico 4-4-2. In queste prime partite, i bianconeri non sono riusciti a trovare liberi con continuità i propri mediani, sempre marcati da maglie avversarie. Anzi, uno dei pattern dei match precedenti consiste nel saltare sistematicamente il centrocampo, con lanci lunghi provenienti dai difensori (soprattutto Bonucci).
Si è visto chiaramente sia contro avversari che pressavano in avanti (la Roma), che contro squadre più rinunciatarie (Dinamo Kiev). Sono stati quindi soprattutto i difensori a gestire il possesso, con i mediani poco coinvolti.
Il 3-2-5 della Juve, con un giro palla tra i propri difensori. I bianconeri non riescono a trovare i propri mediani liberi alle spalle degli attaccanti avversari.
Arthur è parso in difficoltà in questo assetto. Come ha detto Pirlo nel post Crotone, l’ex Barcellona è un giocatore con caratteristiche molto “spagnole”: si esalta nel gioco corto e nel “dai e vai”, ma che non verticalizza molto ed effettua pochi passaggi di lunga gittata. D’altronde, in Liga lo vedevamo sempre giocare in zone con tanta densità di uomini, in cui aveva tanti compagni vicino.
Invece, in queste partite c’è sempre stata un’ampia distanza tra lui e le punte, con la squadra divisa in due tronconi. Per esaltare Arthur, c’è bisogno di reparti più legati.
Le insidie del Verona
Come abbiamo detto, questo match sarà un modo per valutare la capacità della Juve di resistere al pressing avversario contro squadre che lasciano pochi spazi. Finora il palleggio non è stato sempre fluido.
Non bisogna neanche però sottovalutare la fase di possesso del Verona, che ha le caratteristiche che i bianconeri hanno sofferto a Crotone. Gli scaligeri giocano infatti con un 3-4-2-1 in cui è fondamentale la spinta dei quinti, con l’Hellas che è molto bravo a isolarli sul lato debole e a effettuare cambi campo su di loro.
A Crotone, la Juve ha sofferto molto sul lato di Danilo, perché – dopo aver recuperato palla – i calabresi riuscivano a risalire il campo e a cambiare il gioco su Reca. Il terzino brasiliano era isolato perché Chiesa, che in fase di possesso occupava una zona molto alta, non riusciva a ripiegare abbastanza velocemente. Quindi mancava il raddoppio. Una situazione che i bianconeri dovranno difendere bene a Verona.
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