News
LAVAGNA TATTICA – Le chiavi di Juve-Udinese: l’importanza di De Ligt e McKennie
Juve-Udinese è una gara che Pirlo non può sbagliare. Ecco quali sono le insidie del match
La discontinuità della Juve
Juve-Fiorentina è stato un brutto ritorno alla realtà per Pirlo. Dopo prestazioni estremamente positive, in cui sembrava che i giocatori stessero sempre di più assimilare i principi dell’allenatore, contro i viola abbiamo visto una Juventus molto fragile. Pochi giorni prima, i bianconeri avevano disputato a Parma una partita di grande intensità e aggressività, con un baricentro altissimo che consentiva di recuperare stabilmente palla in avanti. Tant’è che Pirlo si era detto molto soddisfatto per le marcature preventive della squadra, sempre tempestive. Il Parma non riusciva a risalire, talmente il contropressing bianconero era feroce.
Da notare la posizione di De Ligt. La Juve di Parma era costantemente alta e corta.
Al contrario, ben prima dell’espulsione di Cuadrado (che ovviamente ha condizionato il match), già la Juve aveva avuto tanti problemi in transizione negativa, soprattutto nel leggere la posizione di Ribery. Il francese ondeggiava tranquillamente tra le linee senza che nessuno lo seguisse, come appunto in occasione del gol di Vlahovic. L’ex Bayern ha seminato il panico per tutti i 90′, con la Juve incapace nel prendergli le contromisure-
Nella slide sopra, si vede l’azione del gol di Vlahovic, con Ribery che viene servito liberissimo alle spalle di Ribery. Nessuno ha seguito il movimento del francese, la Juve è troppo lunga e spaccata in due: la Fiorentina segna e approfitta degli spazi lasciati dai padroni di casa.
Cosa temere dell’Udinese
Come abbiamo scritto ieri, la classifica non deve trarre in inganno. L’Udinese è una squadra che concede poco e che crea tanto (ha il difetto di segnare molto meno di quello che produce). Considerando che la Juventus finor è un po’ discontinua senza palla, bisognerà fare attenzione soprattutto alle ripartenze e alle transizioni. I friulani hanno ottimi velocisti sul lungo, è una squadra che ama attaccare in campo aperto (Pereyra, De Paul e Lasagna si esaltano in queste circostanze).
A palla persa, la Juve dovrà essere credibile nella riaggressione, evitando le praterie concesse contro la Fiorentina. Ancora una volta, sarà decisiva la personalità di De Ligt, il difensore bianconero più a suo agio nel difendere in avanti ed alzare la linea della squadra. Anche l’olandese, per una volta, non è stato irreprensibile nella scorsa partita nel seguire i movimenti di Ribery.
L’importanza di McKennie
Oltre ad avere una buona produzione offensiva, l’Udinese di Gotti è la squadra della Serie A che concede meno Expected Goals dopo il Napoli. Ha una fase difensiva solida e ordinata, per gli avversari non è semplice costruire chiare occasioni da gol contro i friulani. Anche in questa partita, come d’altronde avviene spesso quando si affrontano difese chiuse, sarà importante il contributo di McKennie.
Come abbiamo scritto molte volte, ormai l’americano è diventato un giocatore molto diverso dal mediano difensivo che si pensava agli inizi. Oggi McKennie è un incursore, ha compiti quasi unicamente offensivi: aggredisce gli spazi, attacca la profondità e riempie costantemente l’area di rigore quando la Juve va al cross.
Il gol contro il Barcellona, con Ramsey e McKennie al centro dell’attacco.
Verosimilmente, l’Udinese difenderà il centro del campo, costringendo i campioni d’Italia ad andare in fascia. La Juve utilizzerà molto le corsie esterne per attaccare, situazioni in cui i bianconeri dovranno essere bravi ad attaccare l’area con tanti uomini. In questi frangenti, McKennie dovrà dare pericolosità ai bianconeri. Ci si aspetta molto anche da Ramsey, le sue qualità nel palleggio dovranno aiutare la Juve a muovere le linee avversarie.
Insomma, i bianconeri devono reagire nel migliore dei modi al crollo contro la Fiorentina. Quella con l’Udinese è una partita che non si può sbagliare.
LEGGI ANCHE: Come sta andando Chiesa in questi mesi di Juve