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LAVAGNA TATTICA – Porto Juve: cosa devono fare Chiesa e Bentancur

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Ad Oporto, la Juve di Pirlo affronta una squadra solida e compatta senza palla. Ecco cosa devono fare i bianconeri

Una squadra solida

Nella conferenza pre match, Pirlo ha spiegato le caratteristiche del Porto, una squadra che cambia molto atteggiamento a seconda della competizione in cui gioca. Se nel campionato portoghese spiccano per un atteggiamento propositivo, comprensibile data la superiorità tecnica, al contrario in Champions League hanno avuto un approccio molto difensivo. Nel girone disputato, il Porto di Conceicao si è distinto in particolar modo per la solidità senza palla, adottando diversi moduli: li abbiamo visti tanto con il 4-4-2 quanto con il 5-3-1. Tant’é che Pirlo ha paragonato i lusitani all’Atletico Madrid.

L’allenatore bresciano ha sottolineato anche come la Juve debba essere brava a non forzare la giocata, visto che i lusitani sono efficaci nelle ripartenze. Bisognerà quindi cercare di attaccare bene ma anche di evitare buchi a palla persa.

Il contributo di Bentancur

Come contro il Napoli, Pirlo sarà costretto a fare a meno sia di Arthur che di Bonucci. Entrambe le assenze si sono rivelate pesanti nel match del San Paolo: la circolazione, come ammesso dallo stesso Pirlo, è stata lenta e poco intensa, non è riuscita a mettere in difficoltà la struttura difensiva partenopea.  Il giro palla era poco rapido e non approfittava al meglio degli spazi concessi dai rivali, anzi dava tempo al Napoli di ricompattarsi e chiudersi.

Gli ospiti erano lenti soprattutto quando superavano la prima linea di pressing: anziché attaccare con decisione i corridoi centrali e puntare le linee rivali, i bianconeri – soprattutto con Bentancur – tornavano indietro dai difensori e non riuscivano a fare progredire l’azione. Abbiamo visto tanti retropassaggi, con un possesso lento e perimetrale.

Senza Arthur, Bentancur ha dimostrato i propri limiti nel dare ordine e qualità alla circolazione. Non è riuscito né a velocizzare l’azione, né a dare più idee e qualità alla distribuzione. Raramente ha provato imbucate e giocate difficili, si è anzi distinto per brutti passaggi sbagliati.

Considerando che il Porto si difende basso, bisognerà chiedere di più al sudamericano sotto questo punto di vista. Deve velocizzare l’azione e prendersi responsabilità nei cambi di gioco, come per esempio visto contro la Sampdoria. A Marassi, la Juve era stata brava a sovraccaricare a destra per poi riuscire a isolare Chiesa a sinistra sul lato debole, di solito proprio con precisi cambi di gioco di Bentancur.

juve arthur bentancur

Si vede nella slide sopra.

Insomma, contro un Porto che si preoccuperà soprattutto di difendere il centro del campo, la Juventus dovrà fare girare velocemente palla da un lato all’altro, sfruttando il dinamismo dell’ex Fiorentina. Le qualità nel dribbling di Chiesa saranno decisive per creare superiorità numerica, ma i bianconeri dovranno imbeccarlo nel migliore dei modi.

L’incisività di McKennie

Negli ultimi metri, la Juve dovrà quindi essere più incisiva rispetto alle ultime gare. Morata, come detto da Pirlo in conferenza, si trova in uno dei suoi classici momenti negativi che incontra in stagione: lo spagnolo tende ad abbattersi in questi momenti, ha bisogno di un gol per rigenerarsi.

Contro il blocco basso del Porto, è necessaria la presenza di un centravanti abile a puntare la linea rivale e incisivo negli ultimi metri. Oltre che da Morata, la pericolosità bianconera passerà molto anche dalla presenza di McKennie. Come abbiamo scritto molte volte, lo statunitense si sta rivelando decisivo per la sua capacità di aggredire gli spazi e attaccare l’area di rigore.

Insomma, anche se è un ottavo di Champions, la partita di Oporto sarà forse più simile a una di Serie A. La Juve dovrà essere brava e lucida nell’attaccare una difesa schierata, con i portoghesi che adotteranno un atteggiamento remissivo senza palla.

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