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LAVAGNA TATTICA – Le difficoltà di Dybala spalle alla porta
In Juve-Atalanta, i bianconeri nel primo tempo hanno faticato a servire Dybala. La Joya era sempre spalle alla porta, il pressing rivale funzionava bene
Nel primo tempo del match dell’Allianz Stadium, l’Atalanta ha dominato la Juve con una supremazia territoriale evidente. I bianconeri non sono mai riusciti a pressare in avanti la Dea, con gli ospiti che hanno così consolidato sempre il possesso. Inoltre, i bergamaschi hanno costantemente recuperato palla in avanti: basti pensare che il gol di Zapata è arrivato dopo 8′ in cui i bianconeri non hanno toccato palla nella metà campo avversaria.
Le consuete marcature a uomo di Gasperini hanno stroncato la costruzione bianconera, con la Juve che non è quasi mai riuscita a risalire palla a terra. Sarri si è lamentato nel post gara dicendo che ci si muoveva poco e che i suoi giocatori volevano palla sulla figura. In effetti, per molte fasi del match, si è vista una squadra lunga dove al portatore mancavano soluzioni di passaggio. C’era poco smarcamento, non si riuscivano a mandare fuori posizione i giocatori atalantini.
Con i centrocampisti sempre inseguiti da quelli dell’Atalanta (e quindi impossibili da servire), la Juve ha chiesto molto a Dybala per risalire palla a terra. L’argentino veniva molto incontro per ricevere palla, abbassando la propria posizione. Il problema è che era inseguito quasi a uomo da Palomino, con in più altri giocatori dell’Atalanta che abbandonavano le proprie marcature per andare sulla Joya. Di conseguenza, l’argentino – oltre a ricevere spalle alla porta – era costantemente triplicato.
Un esempio qui. Verticalizzazione da dietro per Dybala che è triplicato. Palomino lo insegue nella metà campo bianconera.
Non a caso, lo stesso gol di Zapata è arrivato grazie a una ripartenza dopo un pallone recuperato nella metà campo della Juve. Bernardeschi, con Bentancur marcato vicino a lui, non cerca neanche di consolidare il possesso, ma serve subito Dybala spalle alla porta. Freuler è però tempestivo ad accorciare sulla Joya, consentendo così alla Dea di recuperare il possesso. Oltre a generare transizioni pericolose, queste azioni difensive consentivano all’Atalanta di mantenere il baricentro altissimo.
Il recupero palla che porta al gol.
Insomma, nel primo tempo Dybala ha sofferto molto le tante maglie vicino a lui, con i bianconeri che hanno faticato ad alzare il baricentro. Nella ripresa, l’intensità dell’Atalanta è però calata. I difensori della Juve erano più liberi di impostare, e nelle verticalizzazioni le punte riuscivano a consolidare il possesso: gli avversari, con meno energie, erano più in ritardo negli anticipi.
D’altronde, l’azione che porta al primo rigore, nasce da un filtrante di Bonucci con Dybala che fa da “parete” per Matuidi vicino a lui. Una delle rare volte in cui i bianconeri superano la pressione atalantina palleggiando dal basso, con Djimsiti che questa volta non accorcia sulla Joya.
Una delle rare volte in cui Dybala è libero di ricevere, Djimsiti resta bloccato.
Insomma, nel primo tempo la Juve ha fatto enorme fatica nel superare la pressione avversaria, non si è quasi mai riusciti a servire i propri attaccanti in modo pulito. I difensori della Dea erano quasi sempre intensi e precisi nel marcarli. Ciò ha impedito ai bianconeri di risalire il campo, costringendo la squadra di Sarri a giocare con un baricentro molto basso.