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LAVAGNA TATTICA – Non solo inserimenti: McKennie dà tanto nel pressing

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McKennie è la principale rivelazione della Juve di Pirlo. Le sue qualità si vedono in entrambe le fasi, come dimostrano i dati

L’evoluzione di McKennie

Nelle scorse settimane, abbiamo scritto molte righe sull’evoluzione che McKennie ha avuto in questi mesi di Juve. Arrivato a Torino con la nomea di mediano difensivo, oggi l’americano ha compiti soprattutto offensivi. E’ diventato un incursore che Pirlo sfrutta quasi esclusivamente per le sue capacità senza palla: aggredisce gli spazi, si butta dentro e riempie l’area di rigore nei cross.

Un qualcosa che si è visto con chiarezza nel match del Camp Nou. Se la mezzala sinsitra (Ramsey) e più tecnica, tocca più palloni e partecipa maggiormente alla rifinitura, McKennie si occupa principalmente di riempire l’area. E’ una punta aggiunta ormai, che agisce sulla stessa linea degli attaccanti.

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Nelle slide sopra, due situazioni che esprimono bene i compiti di McKennie. Nella prima azione, la Juve palleggia dal basso: Ramsey si abbassa in supporto di Pirlo, mentre il texano è molto più alto, sulla stessa linea degli attaccanti. Nella seconda, riempie invece l’area su un cross da destra. Quando la Juve va sul fondo, può sempre contare sulla presenza dell’ex Schalke al centro dell’attacco. Così sono arrivati tanti gol, come nel derby e contro il Barcellona per esempio.

Perché è decisivo quando manca Morata

Le qualità senza palla di McKennie si vedono molto nelle gare in cui manca Morata, dove la Juve gioca con il tandem Dybala-Ronaldo. Come abbiamo visto lo scorso anno, si tratta di due punte atipiche: entrambe godono di tanta libertà tattica, amano svariare e liberare il centro dell’attacco. Il rischio, cosa avvenuta nella passata stagione, è quella di svuotare troppo l’area di rigore.

Proprio in queste situazioni è determinante la presenza di McKennie. Lo statunitense è abilissimo nel riempire gli spazi liberati da Dybala e Ronaldo, occupando costantemente il centro dell’attacco. Tant’è che spesso era proprio McKennie la prima punta della Juve.

genoa juve mckennie prima punt

Un esempio qui.

Contro il Genoa, McKennie ha anche effettuato l’assist per il gol di Dybala. Con un intelligente movimento, ha portato fuori posizione Masiello, creando lo spazio affinché la Joya si potesse inserire.

Anche se non ha una tecnica sublime, le grandi qualità senza palla del texano si stanno rivelando una risorsa importante per la fase offensiva dei bianconeri. Danno fluidità e consentono di trovare varchi tra le fila avversarie. Nel derby vinto contro il Torino, match in cui Morata era assente, l’ingresso dell’americano nella ripresa ha aumentato sensibilmente la pericolosità della Juventus.

L’intensità nel pressing

Oltre a questi compiti offensivi, McKennie dà un buon contributo anche al pressing della squadra. Per quanto fin qui non svetti per palloni recuperati, si tratta di un giocatore in costante movimento, sempre intenso nell’andare sull’avversario: caratteristica non certo da sottovalutare in una Juve che a volte ha il difetto di essere un po’ troppo passiva.

Un dato significativo: McKennie è il calciatore bianconero che fa più tentativi di pressione ogni 90′, ben 23.2. Circa 3/4 in più di Kulusevski e Bentancur, che lo seguono in questa particolare classifica. Certo, a volte è un po’ confuso e istintivo quando va a pressare l’avversario, il fatto di compiere tanti tentativi di pressione non vuol dire automaticamente che si corra bene.

Al netto dei margini di crescita del giocatore, si tratta però di un dato importante. Oltre a essere un importante generatore di occasioni, McKennie è un eccellente atleta, che dà alla Juve intensità in entrambe le fasi. Arrivato a Torino per pochi milioni (il riscatto sembra scontato), si sta rivelando un’operazione di mercato azzeccatissima. Da troppo tempo la Juventus non scovava giovani di tale prospettiva.

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