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LAVAGNA TATTICA – Perché Cristiano Ronaldo ha dato poco in Juve-Porto
Cristiano Ronaldo ha offerto una prova deludentissima in Juve-Porto. Le sue difficoltà esprimono bene quella dell’intera squadra
La linea a 6 di Conceicao
Juve-Porto, come abbiamo scritto, è stato il triste epilogo delle difficoltà delle settimane precedenti. I bianconeri provenivano da parecchie partite in cui faticavano ad attaccare una difesa schierata, a causa di una circolazione lenta a prevedibile: basti pensare a come venivano serviti gli esterni, quasi sempre da fermi e circondati da maglie rivali. Conceicao sapeva bene che, per rifinire, la Juve si sarebbe aggrappata quasi esclusivamente ai cambi di gioco per Cuadrado e Chiesa. Proprio per questo, i portoghesi si sono disegnati con una inedita linea a 6 in fase difensiva, che consentiva di coprire meglio l’ampiezza.
Di conseguenza, il Porto si trovava quasi sempre in superiorità numerica in fascia. Abbiamo visto con evidenza uno dei principali problemi tattici della Juve di quest’anno: la staticità. I giocatori sembrano timorosi dall’allontanarsi dalla propria posizione di partenza, rimangono troppo fermi. Di conseguenza, la Juve non riesce sempre a minacciare in modo credibile le linee rivali. Con il Porto, è stato evidente ciò: quando Cuadrado riceveva largo a destra, gli altri giocatori erano lontanissimi da lui. Nessuno che si inserisse o attaccasse lo spazio alle spalle dell’esterno rivale, con la manovra che quindi si bloccava. Per manipolare la linea a 6 del Porto, servivano rotazioni posizionali e tanto movimento senza palla. Ciò non è avvenuto, la staticità della Juve ha anzi aiutato la fase difensiva portoghese. Le punte erano spesso lontane, nessuno supportava correttamente gli esterni.
Vediamo due esempi nelle slide sopra. In entrambi i casi, la Juve è in inferiorità numerica in fascia, circondata da maglie avversarie. Il resto della squadra è troppo lontano dai due giocatori sugli esterni, con le punte al centro dell’area che non vengono incontro. La manovra offensiva quindi si blocca.
Sandro si sgancia poco
In particolare, abbiamo visto due equivoci tattici. Prima di tutto, contro una linea a 6, la posizione di Alex Sandro è parsa un limite. Come ormai sappiamo, quando la Juve consolida il possesso si forma uno schieramento ibrido: un terzino si alza per dare ampiezza (Cuadrado), mentre l’altro (Sandro) rimane più stretto e bloccato. Per minacciare le compatte linee rivali, una soluzione poteva essere quella di alzare le posizioni dei terzi di difesa (Sandro e Demiral), un po’ quello che fa l’Atalanta con Toloi e Djimsiti: i loro smarcamenti tra le linee danno tanta fluidità alla fase offensiva. Ciò però non è avvenuto, di conseguenza abbiamo visto la staticità descritta prima: per il Porto era semplice bloccare gli attacchi dei bianconeri, mancavano triangolazioni e rotazioni di livello. Con Alex Sandro così bloccato, è stato quasi come regalare un giocatore gli avversari
Ronaldo non incide
L’altro equivoco tattico consiste nella deludentissima prestazione di Ronaldo, che gli è valsa molte critiche. Con un Ramsey molto opaco, è mancato il contributo tra le linee del portoghese. Considerando che Morata era fisso al centro dell’attacco per raccogliere gli eventuali cross dalle fasce. serviva che l’altra punta si muovesse di più in orizzontale. C’era bisogno che Ronaldo svariasse, per creare spazi e dialogare con i compagni (anche in fascia). Il portoghese è invece rimasto troppo piatto, senza riuscire a incidere sulla fase offensiva della squadra lontano dall’area di rigore.
Un altro esempio nella slide sopra. C’è una prateria tra Cuadrado e gli altri giocatori, la squadra è troppo piatta.
Insomma, abbiamo visto i soliti problemi della Juve degli ultimi mesi. La squadra è ferma e statica, facilmente leggibile dagli avversari. Servivano imprevedibilità e continue rotazioni per creare spazi, ma lo scarso movimento senza palla ha condizionato in negativo il match. Cristiano Ronaldo esprime nel migliore dei modi queste difficoltà.