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LAVAGNA TATTICA – Rabiot e McKennie sempre marcati, la Juve fatica a impostare
La Juve ha pareggiato 2-2 in casa contro la Roma. C’è stata tanta difficoltà nel palleggiare dal basso
Cosa ha sofferto la Juve
Il match contro la Roma è stato diametralmente opposto rispetto a quello contro la Sampdoria, con la Juve che ha avuto difficoltà in tutte le fasi di gioco. Nel primo turno di campionato, i bianconeri si erano stanziati in avanti con grande facilità: i blucerchiati pressavano poco e male, di conseguenza la Juve trovava costantemente l’uomo libero sulle trequarti, tanto in ampiezza quanto tra le linee. Le verticalizzazioni di Bonucci consentivano di bucare costantemente il centrocampo avversario.
Al contrario, il 3-2-5 visto ieri (con Kulusevki e Cuadrado larghi a piede invertito) ha mostrato problemi enormi nella circolazione dal basso. La Roma ha difeso e pressato molto bene. La Juve faticava nel consolidare il possesso e arrivare nella trequarti avversaria, con Rabiot e McKennie soprattutto in costante affanno.
Mancano soluzioni di passaggio
Il piano di Fonseca era chiaro: Pedro e Mkhitaryan scivolavano sui terzi di difesa (Danilo e Chiellini), mentre Pellegrini e Veretout erano piuttosto puntuali nell’accorciare sui mediani bianconeri. La Juve non è riuscita a trovare i propri centrocampisti liberi, che – spalle alla porta – erano quasi sempre erano costretti a tornare indietro.
Di conseguenza, sono stati i difensori i calciatori bianconeri che hanno toccato più palloni, proprio per sopperire alla marcatura di Rabiot e McKennie: Danilo e Chiellini hanno effettuato 171 passaggi in due. Il problema è che si è spesso abusato del lancio lungo. Non trovando l’uomo libero sul breve, la Juve era costretta a lanciare in avanti alla ricerca delle punte. Il pressing della Roma dava quindi i suoi frutti.
Qui Danilo è forzato al lancio lungo. Entrambi i mediani marcati.
I problemi nel trovare un compagno libero alle spalle del centrocampo avversario erano enfatizzati dalle caratteristiche delle punte. Contro la Sampdoria, i costanti movimenti senza palla di Ramsey e Kulusevski davano tante soluzioni di passaggio a un Bonucci che li trovava tra le linee. Al contrario, in Roma-Juve, Morata e Ronaldo facevano spesso lo stesso movimento, non c’era nessuno che venisse incontro.
Di conseguenza, si è creata una distanza enorme tra centrocampo e attacco, con la Juve che non ha palleggiato bene ma ha anzi esasperato la ricerca di una profondità che però mancava. Tanti lanci per le punte che però hanno portato a poco, con la linea giallorossa che se l’è cavata bene. Solo Ramsey a volte si è fatto trovare bene tra le linee in un centrocampo troppe volte vuoto. Mancava un raccordo.
Su questa situazione la Juve trova il rigore, però è un’azione che mostra bene la lunghezza dei bianconeri. Anche qui Bonucci è costretto al lancio lungo.
Insomma, la circolazione dal basso è stata lenta e confusa. Ogni tanto Kulusevski e Cuadrado si abbassavano per venire incontro, ma Spinazzola e Santon erano sempre tempestivi nell’accorciare su di loro. Erano tutti e due a piede invertito, di conseguenza perdevano diversi tempi di gioco e commettevano così parecchi errori. Entrambi gli esterni hanno dato molto poco, con la Juve che non è riuscita a trovarli bene in corsa. Forse era meglio metterli sul piede forte.
Qui si vedono bene le marcature della Roma. Mediani marcati, si allarga per un Kulusesvki che viene incontro ma Spinazzola accorcia bene. Lo svedese non riesce a girarsi.
Gli affanni di McKennie e Rabiot
Oltre alle difficoltà tattiche e a un’eccessiva staticità (si son viste poche rotazioni per manomettere il pressing giallorosso, i giocatori erano fermi), McKennie e Rabiot hanno effettuato tante imprecisioni che dimostrano il loro affanno quando c’è da giocare sotto pressione. Non hanno mai dato rapidità alla circolazione ed hanno effettuato pochi passaggi in grado di velocizzare la manovra.
Nelle prossime partite, sarà molto difficile rinunciare a Bentancur e Arthur Melo, giocatori che hanno grande qualità quando c’è da gestire il possesso e dare ordine alla manovra. Soprattutto il brasiliano può rivelarsi determinante in quell’aspetto, rendendo la mediana juventina più dominante nel palleggio.
Il rigore dei giallorossi, non a caso, è nato da un bruttissimo pallone perso nella propria trequarti. Curiosamente, in una delle rare circostanze in cui la Juve aveva provato a ruotare le posizioni: Ramsey si era abbassato davanti alla difesa, con McKennie che si sgancia in avanti. Tuttavia, il passaggio del gallese è lento e fiacco, con la Roma che quindi recupera palla.
L’errore di Ramsey.
Abbiamo visto giocare per la prima volta la Juve contro una squadra che pressa in avanti e i risultati sono stati pessimi. Circolazione lenta, confusa e tanta staticità. I bianconeri hanno faticato tanto nella risalita. C’è molto da lavorare per Pirlo, con la consapevolezza che c’è assolutamente bisogna della qualità di Bentancur e Arthur per dare più qualità al palleggio.
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