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LAVAGNA TATTICA – Sempre i soliti errori: Alex Sandro esprime il declino della Juve
Nel derby contro il Torino, la Juve di Pirlo ha manifestato i soliti limiti e i soliti errori. Alex Sandro e Cuadrado esprimono la mancanza di idee della squadra
I soliti errori
E’ difficile aggiungere qualcosa di nuovo nel commentare le partite della Juve di Pirlo. Vediamo sempre i soliti errori tecnici e tattici, conseguenza di un contesto sempre più alla deriva e con poche certezze. Il gol regalato da Kulusevski è stato identico a quello subito da Correa contro la Lazio: al netto dello svarione dello svedese, è significativa questa azione perché fotografa bene l’estrema staticità della squadra. Kulusevski, dopo appena 7” del secondo tempo, è infatti completamente isolato. I compagni sono fermi e lontani, nessuno si smarca per dargli una soluzione di passaggio. L’ennesimo errore dell’ex Parma è anche conseguenza di una squadra che senza palla si muove malissimo.
Kulusevski ingiustificabile, ma la sequenza di passaggi con cui gli è arrivato il pallone è esemplificativa dell'arroganza di questa squadra. Tutti che fanno la scelta più pigra e non si smarcano dopo averla data: a 7 secondi dal fischio d'inizio siamo già imbottigliati in fascia pic.twitter.com/bVhTXYHIBk
— Davide Rovati (@friedgorgo) April 3, 2021
Questi problemi si sono mostrati chiaramente anche in fase offensiva. La manovra della Juve è stata quella di sempre, la solita quando i bianconeri devono attaccare una difesa schierata. Senza spazi centrali (e incapaci di crearseli), la palla gira con una lentezza esasperante da una fascia all’altra del campo, tornando quasi sempre indietro.
Le difficoltà di Cuadrado e Alex Sandro
In maniera simile a quanto avvenuto nel match di Porto, la manovra si bloccava soprattutto sul lato sinistro. Alex Sandro riceveva fermo e circondato da maglie avversarie: la Juve, sempre rigida e statica (i giocatori lontani), si trovava quindi in costante inferiorità numerica in fascia. Il terzino brasiliano era così costretto al retropassaggio, una costante delle partite della Juve. Non si riesce mai a verticalizzare, la palla gira da un esterno all’altro in modo esasperante. Non a caso, i 4 difensori della Juve si sono passati la palla tra di loro per ben 150 volte: un dato che la dice lunga sulla mancanza di idee da parte della squadra. Abbiamo anche visto tanti lanci nel vuoto per Federico Chiesa.
Due delle molte situazioni in cui Alex Sandro effettua un retropassaggio. La manovra si si bloccava sistematicamente in fascia: i giocatori bianconeri sono tanto fermi quanto schermati dalle maglie rivali.
Come sempre accade in questi match, la Juve si è aggrappata quasi unicamente a Juan Cuadrado. Senza spazi in mezzo e senza alcuna idea su come muovere la difesa avversaria, i bianconeri allargavano il gioco in fascia nella speranza che il colombiano inventasse qualcosa. Pur in una gara meno brillante del solito, l’ex Fiorentina è stato tra i pochi a dare la sensazione di poter creare qualcosa: ha effettuato l’enorme cifra di 22 cross e provato tante volte, in situazioni difficili, il dribbling per creare superiorità numerica. Insomma, è difficile essere troppo severi con Cuadrado, contando che gli vengono chieste giocate individuali molto difficili e spesso non è minimamente supportato dalla squadra.
Due esempi nelle slide sopra, in cui tenta il dribbling per fare progredire l’azione. Nella seconda azione perde una brutta palla, ma anche in questo caso è isolato e ha i compagni lontani.
Le difficoltà delle punte
In questo contesto problematico, anche le punte hanno sofferto molto. Kulusevsk ha quasi sempre ricevuto spalle alla porta, mentre Ronaldo è stato spesso sovrastato da un Bremer che lo ha anticipato in tantissimi frangenti. Leggermente meglio Morata, che si è mosso di più rispetto ai suoi compagni. Tuttavia, non sempre è stato accompagnato nel migliore dei modi.
Mi è rimasta impressa questa situazione di Morata che prova a smarcarsi ma nessuno va ad attaccare l'area di rigore pic.twitter.com/N1wzq5gzUe
— Jacopo Azzolini (@AzzoJacopo) April 4, 2021
Emblematica questa azione di inizio ripresa, in cui lo spagnolo prova a smarcarsi ma la squadra resta ferma, nessuno va ad attaccare un’area di rigore desolatamente vuota.
Ancora una volta, le poche notizie positive arrivano da un Chiesa che riesce a fare la differenza anche in un contesto tattico difficilissimo. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole: la Juve di Pirlo non ha alcuna idea su come attaccare una squadra che aspetta in basso. La circolazione va a ritmi soporiferi e i giocatori sono quasi sempre fermi. I molti errori tecnici che vediamo sono spesso conseguenza di un contesto tattico altamente problematico, come dimostrano i molti gol subiti quasi in fotocopia.