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La Lazio aspetta, il Torino non parte. Se il protocollo supera il buonsenso

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Il Torino non parte per Roma, la Lazio scende in campo. Sul caso deciderà il Giudice Sportivo che potrebbe evitare il 3-0 a tavolino. Ecco come

l precedente del 4 ottobre tra Juventus e Napoli evidentemente non ha insegnato nulla. Perché cinque mesi ci si ritrova in una situazione per certi versi molto simile (ma non uguale), e la partita tra Lazio e Toro diventa un nuovo caso nazionale. Riassunto delle puntate precedenti: la Asl blocca il Torino in isolamento domiciliare per una settimana, la scadenza è la mezzanotte di ieri, quindi oltre il fischio d’inizio della sfida contro la Lazio. Per questo motivo i granata decidono di non partire per Roma rispettando l’imposizione dell’Asl, dall’altra però dopo il consiglio straordinario di ieri la Lega conferma il regolare svolgimento della partita, con la Lazio in attesa di un’avversaria che non si presenterà. Fin qui il copione è la fotocopia di Juventus Napoli dello scorso 4 ottobre, ma potrebbe subentrare una variante decisiva.

Per evitare strascichi e tempi lunghi, con attesa per sentenze e successivi gradi di giudizio a confermarle o ribaltarle, il Giudice Sportivo potrebbe scegliere la via del “compromesso”. Come? Evitando il 3-0 a tavolino al Torino (con punto di penalizzazione) e confermando l’oggettiva impossibilità della squadra di presentarsi a Roma per la partita, sulla base del divieto dell’Asl di spostarsi fino alle 24 di martedì. Una soluzione estrema per cercare di salvaguardare il calendario senza dilatare i tempi della giustizia a oltranza, come invece capitato per il ricorso del Napoli. Una scelta di buonsenso, che invece è mancata nel trovare una soluzione in tempi utili prima della partita mai giocata. Nemmeno un focolaio (8 positivi in prima squadra) con variante inglese ha trovato d’accordo Federcalcio e Lega, le cui divergenze – mai come in questo momento – rischiano di mettere in crisi il calcio italiano.

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