Lecce-Juve: si vince nella ripresa, ci si convince nel primo tempo
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Lecce-Juve: si vince nella ripresa, ci si convince nel primo tempo

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Lecce-Juve, un match dai due volti quello dei bianconeri al Via del Mare: vittoria nella ripresa, ma in quel primo tempo…

Un 3-0 tutto maturato nella ripresa farebbe pensare che il copione della gara è stato quello tipico di molte sfide: la piccola che sfoga tutte le sue energie fino a quando ce le ha e la grande che colpisce non appena trova la guardia abbassata. É stato realmente tutto così scontato?
Al termine del primo tempo di Lecce-Juventus si poteva anche nutrire un filo di preoccupazione, visto che il risultato era ancorato sullo 0-0 e le occasioni migliori sono state prodotte all’inizio. Quindi, in termini di efficacia offensiva, non si è assistito a una crescita dei bianconeri. Quanto alla forte determinazione dei padroni di casa, prevedibile nei 45 minuti iniziali, non si è certo erosa. Dimostrando che in Italia, se si va a giocare in provincia e se non possiedi una superiorità tecnica “totale” a priori, bisogna convincersi che occorre soffrire e ragionare per trovare il modo di manifestare la differenza di valori.
Da subito si è visto che il Lecce sa cercare la profondità, anche a lunga gittata. E anche a difesa schierata, con il solito Bremer a ingaggiare duelli rusticani con Krstovic, c’è la necessità di elevare l’attenzione perché è la classica gara dove si possono trovare problemi da palle sporche, da respinte, da rimpalli dove hai un attimo d’incertezza. Eppure, immaginiamo, quel che stava vedendo e valutando Allegri non era tutto catalogabile nella dialettica furore vs ragione. Perché, in realtà, ci sono state diverse situazioni in cui il mister avrebbe potuto benissimo recriminare su quel benedetto ultimo passaggio che manca. Con il paradosso – ma qui c’è proprio tutto ciò che siamo – che l’uomo più impreciso sia Miretti, che contemporaneamente si muove non male e ha alcune situazioni dal limite che potrebbe sfruttare meglio.

Lui, non Yildiz: se vogliamo, la sintesi più estrema dei nostri difetti è che non riusciamo a mettere in condizione l’uomo che meglio, a ridosso dell’area, potrebbe esprimere quel che servirebbe. Così come è evidente che Cambiaso metta i palloni migliori in mezzo, peccato che lo si cerchi poco o che lui non riesca ad alimentare l’azione come si dovrebbe.
Tutta questa spiegazione potrebbe essere perfettamente inutile, visto che la partita si è interamente risolta nel secondo tempo e con un punteggio dalle proporzioni ampie, esattamente come 5 giorni prima col Sassuolo. Vale, se ha un senso, per quello che penso la squadra nel suo insieme abbia vissuto nell’intervallo. Una sorta di pensiero collettivo che si modulava sull’idea: la vinceremo non perché ci chiamiamo Juve, ma per come siamo in partita, sapendo convivere con i difetti.
La ripresa ha iniziato sulla falsariga della prima frazione di gioco. Loro a cercare insistentemente Krstovic, noi che non riusciamo a impedirgli quella strategia e nessun particolare pericolo. Fino a quando Yildiz, per l’appunto, trova lo spazio per rendersi pericoloso e il resto lo fanno Cambiaso e Vlahovic.

Nella valutazione della continuità di Dusan ci sta adesso il fare il gol più complesso e l’andare anche a rubare quello di McKennie con la fame connaturata a un vero attaccante d’area. Che proprio per come è più nel vivo del gioco ovunque riesce a trovare spazi di battuta che prima non aveva. I suoi meriti, mi sento di dire, sono pari, se non addirittura superiori, a quelli della squadra e di come lo sa mettere in azione. E il fatto di segnare reti che sbloccano il risultato o lo decidono, inizia a essere un fattore decisivo della sua annata.
Infine, non c’è vittoria della Juve, ormai, senza una qualche scena madre di Allegri sui momenti di disconnessione a risultato più o meno acquisito. Personalmente non le amo molto, ma non escludo che siano determinanti per rafforzare una certa idea di gruppo. Visto che poi c’è stato il 3-0 di Bremer, le si può anche derubricare ad un assist che ha fatto l’allenatore per chiudere la gara (senza nulla togliere alla perfezione della traiettoria disegnata da Iling-Junior, perfetta come quella di Kostic in occasione del 2-0).
E adesso prepariamoci al lungo periodo dell’asterisco. Durerà un po’ e farà disquisire tutti, meno quelli che hanno scritto il calendario in questa maniera.

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