Lina Hurtig, la gravidanza della moglie e il messaggio vincente della Juve
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Lina Hurtig, la gravidanza della moglie e il messaggio vincente della Juve

Avatar di Josephine Carinci

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Lina Hurtig e la moglie Lisa Lantzs aspettano un bambino. La Juve affronta un tema delicato e normalizza una realtà sempre più comune

Si dice spesso che «Il calcio è una palestra di vita», in grado di insegnare norme e valori, di far comprendere concetti quali la lealtà, l’impegno, l’abnegazione, il rispetto, la correttezza… Il rettangolo verde e ciò che gli atleti dimostrano calcandolo ha un’importanza cruciale: di pari passo, però, la comunicazione dei club assume un ruolo sempre più importante all’interno della società. Attraverso parole, immagini, video, messaggi e iniziative le società sviluppano una vera e propria «corporate communication», ovvero diramano contenuti affini ai valori che vogliono trasmettere. Messaggi che hanno un’importanza fondamentale perché riescono a raggiungere platee immense: basti pensare che la Juve ha 44 milioni di follower su Facebook, 9 su Twitter, 47 su Instagram e 3.5 su Youtube. Messaggi ragionati e studiati, spesso destinati a fare scuola. E la Juve lo ha fatto, ancora una volta.

Lina, Lisa e la ricerca di un figlio

Un pancione e una donna con la maglia della Juve. Inizia cosi il video che la società bianconera ha pubblicato sul proprio canale Youtube. Non è una tifosa qualsiasi a raccontare la propria gravidanza, ma Lisa Lantz, difensore del Linköping e moglie dell’attaccante bianconera Lina Hurtig. Fidanzate dal 2014 e sposate dal 2020, le due giocatrici hanno deciso di voler diventare genitori.
«Abbiamo deciso di iniziare a provare ad avere un bambino lo scorso ottobre, ed è successo molto velocemente. A novembre lei era in Svezia e io in Italia, mi ha chiamato dicendomi di essere incinta. È successo tutto così velocemente, non ce l’aspettavamo» racconta Hurtig, alludendo ovviamente al fatto che molto spesso la fecondazione assistita richieda tempo per andare a buon fine. Un buon fine che però, nel caso di Lina e Lisa, è arrivato quasi subito.

Un calcio alla discriminazione, una mano tesa all’eguaglianza

A pochi giorni dalla notizia della pallavolista licenziata dal Pordenone perché rimasta incinta, la Juve affronta – seppur in modo differente e in una storia diversa – il tema dello sport femminile e della discriminazione. Oggi le atlete in Italia non sono professioniste, in nessuno sport, e dunque rimanere incinte equivale a firmare una lettera di licenziamento. Nella storia di Lina Hurtig non sarà il suo pancione a crescere né lei a partorire, eppure la presa di posizione contro la discriminazione da parte della società bianconera sembra netta. Un messaggio importante, una mano tesa all’eguaglianza, in ambito sportivo ma anche e soprattutto sociale.

Un video, il racconto di un’armonia famigliare, la storia di due persone innamorate che scelgono di mettere al mondo una nuova vita. La Juve affronta un tema delicato come quello della genitorialità omossessuale, e lo fa trattandolo con tatto ma allo stesso tempo normalità.
Nella società odierna l’omogenitorialità è una realtà concreta sempre più diffusa, come allo stesso modo lo è la fecondazione assistita alla quale Lina e Lisa hanno scelto di ricorrere. «Ci siamo rivolte a una clinica privata in Svezia ed è stato tutto molto veloce» racconta la giocatrice bianconera. Una pratica ricorrente in tante coppie omosessuali che scelgono di allargare la famiglia, ma anche in tante coppie etero alle prese con problemi di fertilità.

Juve, un messaggio che vince

Si vince sul campo, ma non solo. Ancora una volta la Juve dimostra di essere avanti rispetto a tante altre società – italiane e non – nella gestione del progetto ma anche nella comunicazione, fattore fondamentale nel calcio moderno. Un messaggio di eguaglianza, di coraggio, di normalità e allo stesso tempo un calcio alla discriminazione sessuale, nel calcio e nella vita. Se il progetto Women è stato avanguardista sotto tanti punti di vista, tracciando una linea netta tra il prima e dopo, possiamo dire senza alcun dubbio che ci sarà un prima 17 marzo 2021, e un dopo. Se ancora oggi, troppo spesso, si discute sulla legittimità di una coppia omosessuale di creare una propria famiglia e avere dei figli, alla Juventus bastano 12 minuti e 34 secondi per strappare via qualsiasi retaggio culturale e vincere. Ancora una volta.

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