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Locatelli: «Voglio un altro gol nel derby. La Champions ci spetta perché ci è stata tolta»

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Locatelli: «Voglio un altro gol nel derby. La Champions ci spetta perché ci è stata tolta». Le parole del centrocampista della Juventus

Manuel Locatelli ha rilasciato una lunga intervista a La Stampa alla vigilia del derby tra Juventus e Torino.

GOL NEL DERBY – Mi piacerebbe segnare di nuovo nel derby, anche perché il gol mi manca, ma quel momento è indelebile. Ero appena arrivato alla Juve ed è stato un insieme di emozioni, anche perché il giorno dopo ho chiesto a Thessa di sposarmi.

100 PRESENZE CON LA JUVE – È una bella soddisfazione: da bambino sognavo di vestire questa maglia e sembrava qualcosa di impossibile.

PARTITA PIU’ BELLA – Quando abbiamo vinto in rimonta a Roma nel gennaio 2022: sembrava persa, avevo anche segnato ed era stata molto importante per la fiducia.

PARTITA PIU’ BRITTA – La finale persa in Coppa Italia contro l’Inter. Non ero riuscito a dare il meglio di me e mi spiace ancora adesso.

DERBY – Loro sono tosti, hanno un allenatore molto bravo e ti fanno giocare male. Sarà una partita fisica e poi nel derby ci vuole sempre un qualcosa in più.

LA CITTA’ – No, io a Torino conosco solo juventini e mi parlano solo della Juventus (sorride,ndr).

OBIETTIVI – L’ambizione è tornare in Champions, una competizione che ci spetta. L’anno scorso avevamo raggiunto l’obiettivo, tra mille difficoltà. Se poi in primavera possiamo fare qualcosa di più, lo faremo. Guardando le altre ci rimani male e dà fastidio perché c’è stata tolta… Però le motivazioni dobbiamo trovarle dentro di noi. 

NON GIOCARE LE COPPE – Può dare di più, ma anche togliere. Ora non si può più sbagliare nulla in campionato.

CAMBIAMENTI – Sono cambiati giocatori e abbiamo perso in esperienza. Si è aperto un nuovo ciclo con tanti giovani: hanno bisogno di tempo, ma è chiaro che alla Juve non ce n’è.

SENATORI – Chiellini, Bonucci e Dybala mi hanno trasmesso tanto a livello umano e che cosa vuol dire essere nella Juve. Adesso le cose sono cambiate e devo insegnare ai più giovani, dando l’esempio tutti i giorni.

DE ZERBI E ALLEGRI – Sono opposti, ma unici. A De Zerbi sono legatissimo perché mi ha cambiato la vita: ero un ragazzino che doveva fare quel tipo di esperienza a Sassuolo e prendere gli schiaffi per tornare in una grande squadra. Poi sono arrivato alla Juve e ho trovato una persona con una mentalità che ti colpisce. Mi piace ascoltare chi è un vincente e lui lo è: la gente può dire quello che vuole, ma Allegri ha sempre vinto.

ANDARE IN PREMIER – Al Brighton con De Zerbi? Ci parliamo spesso, ma la mia volontà è di stare qui a lungo e Roberto lo sa. In futuro ci rincontreremo: io lo spero e so che lo spera anche lui.

REGISTA – Ora devo essere l’equilibratore della squadra: ho una grande responsabilità e devo esserci sempre, ma mi trovo bene.

MAGNANELLI – Era già un professore in campo. Giocavamo insieme a Sassuolo e ci siamo sempre apprezzati. Poi Francesco sa come parlarci e diventerà un grande allenatore.

MODELLO PJANIC – Il numero 5? Sono della vecchia scuola e i numeri sono importanti. Era di Pjanic, l’ho studiato e ci siamo anche sentiti: mi ha ispirato, così come Casemiro e Kroos.

IDOLO DEL PIERO – A chi avrei chiesto l’autografo da bambino? A Del Piero, ma lo chiederei anche adesso: lui era ed è il mio idolo.

SOGNO CON LA JUVE – Vincere in Italia in Europa.

MILAN – Sono tornato a Milanello per la prima volta un mese fa con la Nazionale: non c’ero più stato per il dolore, ma ora sono più sereno. Davo sempre la colpa agli altri e trovavo alibi, ma un giorno ho aperto gli occhi.

NAZIONALE – Con l’Europeo abbiamo fatto qualcosa di storico e ce ne renderemo conto negli anni. Però ora pensiamo a qualificarci al prossimo. Spalletti? È un grande allenatore e ci sta dando una nuova mentalità. I cambiamenti vanno visti positivamente

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