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Maddaloni: «Giuntoli predestinato, la Juve ne aveva bisogno come il pane. C’è un episodio che voglio raccontarvi» – ESCLUSIVA

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Massimiliano Maddaloni, in esclusiva a Juventusnews24, ha parlato così di Cristiano Giuntoli, con il quale ha lavorato a Carpi

Cristiano Giuntoli è il nuovo Football Director della Juventus. Promozione in B con lo Spezia, quattro promozioni in cinque anni con il Carpi, Scudetto con il Napoli dopo sei stagioni in azzurro: questa una piccola parte del curriculum del nuovo direttore bianconero. Chi lo ha conosciuto nella sua esperienza a Carpi è stato l’allenatore Massimiliano Maddaloni: ex Juve Primavera e vice in prima squadra nel 2009/2010, ma anche tecnico degli emiliani nei primi mesi della stagione 2011/2012. Il suo identikit di Cristiano Giuntoli in esclusiva a Juventusnews24.

Che figura è Cristiano Giuntoli, dentro e fuori dal campo?
«Credo che Giuntoli sia il direttore sportivo perfetto. Ha la capacità di abbinare il fuori campo, quindi tutta la parte di scouting, di competenze, di capacità di capire come inserirsi nelle trattative, ad una grossissima capacità in campo. È laureato ISEF, poi ha sempre avuto un rapporto molto particolare con l’allenatore. Nel senso che, avendolo avuto, a volte me lo ritrovavo dentro lo spogliatoio a parlare di tattica. Non impone niente, ma sa tante cose, si confronta spesso con il proprio allenatore. Tant’è vero che spesso lo ritroviamo anche in panchina ed è una cosa che non tutti i direttori sportivi fanno».

C’è qualche episodio in particolare che può raccontarci della sua esperienza a Carpi con il direttore?
«Una volta l’ho trovato, due ore prima dell’allenamento, in pantaloncini e maniche corte a tagliare l’erba del campo perché diceva che come la tagliava lui non la tagliava nessuno. Lui è attento anche a questo tipo di situazioni».

Si aspettava questo tipo di carriera da parte sua?
«Giuntoli è un predestinato, è arrivato all’apice di dove poteva arrivare perché la Juventus in Italia è l’apice per un direttore sportivo. Non lo dicono solo le parole e chi ci ha lavorato insieme che era un predestinato, lo dicono anche i risultati. Tutti ora ricordano il campionato vinto con il Napoli, ma non dimentichiamoci che Giuntoli è colui che ha riportato il Carpi dall’Eccellenza alla Serie A. È una cosa che sa di miracoloso».

Cosa porta il suo arrivo alla Juventus? Mancava una figura di questo tipo all’interno della dirigenza?
«Lui porterà quello che è, rimarrà fedele ai suoi concetti, ai suoi principi e al suo modo di fare calcio. Questo può portare dei vantaggi alla Juventus perché, come detto, si ritroverà una persona competente in mille tipi di situazioni. In questo momento la Juve aveva bisogno come il pane di Giuntoli: oggi come oggi aveva bisogno di ripartire dopo quanto accaduto l’anno scorso, e farlo con una figura come lui significa partire con il piede giusto».

E il rapporto con Allegri? Come lo vede?
«Credo che siano due persone intelligenti e che hanno la professionalità e la capacità di parlare, di confrontarsi, di capirsi. Giuntoli sfrutterà l’esperienza di Allegri e il fatto di essere da tanti anni alla Juventus, Max invece può appoggiarsi alla voglia costante di Giuntoli di far qualcosa di importante, e in questo momento ce n’è bisogno».

Uno dei nodi principali per Giuntoli sarà la questione Chiesa-Vlahovic. Vede un rilancio alla Juventus per entrambi o si aspetta un futuro lontano da Torino?
«La prima cosa che deve fare la Juve è sistemare il discorso relativo al budget. Non è più una sorta di situazione tecnica, ma trovare un giocatore che possa far fare sicuramente cassa alla Juventus. In questo momento la Juve sta cercando di capire quali saranno le offerte per Vlahovic e Chiesa e poi la miglior proposta sarà presa al vaglio».

In chiave acquisti, invece, dove metterebbe lei il mirino per rinforzare questa Juventus fosse in Giuntoli?
«La Juve ha sicuramente tre/quattro giocatori giovani che hanno dimostrato di poter avere un futuro in questa squadra. Credo che la Juventus debba ringiovanire, ma io lo farei ripartendo da uno zoccolo duro italiano. La storia ci insegna che, la Juve vincente, ha sempre avuto all’interno dello spogliatoio uno zoccolo duro italiano».

Nascerà quale tipo di Juve, secondo lei, nella prossima stagione?
«Non ci nascondiamo: quando si arriva alla Juventus non si possono fare campionati di prospettiva o di programmazione. Bisogna trovare velocemente il giusto equilibrio tra i rinforzi di prospettiva e i giocatori efficienti fin da subito. Mi aspetto una Juve diversa perché l’anno prossimo avrà maggiore spensieratezza, mente lucida dopo un anno come quello appena passato. Per qualcuno magari la Juve non sarà tra le favorite ma per me potrà infastidire parecchio».

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