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Maddaloni: «Fagioli è forte da anni, coi giovani la Juve è diversa» – ESCLUSIVA
Maddaloni: «Fagioli è forte da anni, coi giovani la Juve è diversa». L’intervista all’ex allenatore della Primavera – ESCLUSIVA
Massimiliano Maddaloni, ex allenatore della Juve Primavera e vice di Ferrara nella stagione 2009-2010, parla in questa intervista esclusiva a Juventusnews24.
Da Fagioli ad Allegri passando per il mercato, la Champions League, l’Europa League e molto altro ancora. Tutte le dichiarazioni.
Fagioli decisivo contro il Lecce: la Juve deve continuare a puntare sulla linea giovani per riscattarsi?
«Io credo che il campionato italiano sia un campionato per vecchi. I giovani che giocano sono pochi e vengono definiti giovani giocatori di 23-24 anni come Gatti. In linea generale la Serie A non dà la possibilità ai giovani di giocare perché non gli si dà la possibilità di sbagliare come succede negli altri campionati europei. In situazioni disperate come quella della Juve, dove ci sono tanti infortunati, per necessità si fanno per giocare. E alla Juve, ogni volta che li ha fatti entrare, hanno fatto cambiare completamente volto, atteggiamento e passo. Bisogna avere la capacità, la forza, la programmazione e la “personalità” di farli giocare e sbagliare. La Juve è il classico esempio di quello che non succede in Italia. Fagioli ha dovuto ritagliarsi uno spazio dopo anni, ieri ha fatto gol e oggi tutti dicono che è forte. Ma Fagioli è forte da 5 anni».
Come si spiega il fallimento in Champions League?
«Credo che il campionato italiano sia un campionato di livello più basso rispetto ad altri. E quindi in partite internazionali contro squadre che hanno intensità e mentalità diverse è normale che la Juve faccia venire fuori quelle problematiche che già ha in Serie A. Poi secondo me i bianconeri sono arrivati in alcune partite, come col Maccabi Haifa, in una condizione psico-fisica non eccelsa. E l’ha pagata».
Per la Juve sarebbe meglio andare a giocarsi le sue possibilità in Europa League o finire fuori dalle coppe europee per concentrarsi sul campionato?
«La seconda potrebbe essere una strada, ma io non credo che la Juve, per mentalità, storia e blasone, possa concentrarsi solo su una competizione. Credo che debba cercare assolutamente di arrivare in Europa League. Nel frattempo nel periodo di stop per il Mondiale ha la possibilità di recuperare qualche giocatore importante e di lavorare per creare più armonia e senso di appartenenza. E poi presentarsi dopo il Mondiale sulle tre competizioni».
La Juve può dire ancora la sua sulla corsa scudetto?
«Io non credo che possa rientrare nell’ottica di poter vincere lo scudetto quest’anno. Credo però che abbia il dovere in zona Champions League. Quest’anno il campionato sarà anomalo. Penso al Napoli che in questo momento è fantastico, ma lo stop per il Mondiale potrebbe togliere certezze ad una squadra che vince ovunque. Molti giocatori andranno al Mondiale e bisogna vedere come tornano. Il campionato è anomalo e tutti, anche chi è indietro come la Juve, possono avere un bonus per provare a colmare quel gap che ora pare incolmabile».
Scarsa mentalità da Juve. Giocatori sotto al loro livello. Mancanza di una identità di gioco. Quale è il fattore che più sta influendo su questa stagione fin qui negativa dei bianconeri?
«L’insieme di queste tre componenti fa si che la Juve non abbia un’identità perché l’allenatore sa facendo difficoltà a crearla e perché nello spogliatoio non ci sono giocatori che in settimana che in partita non hanno la personalità e la capacità di trasmettere la mentalità della Juve. Oltre a qualche infortunio qualche giocatore preso nella campagna acquisti non ha reso e tutto questo ha fatto si che in questo momento la Juve sia in grosse difficoltà».
La Juve ieri a Lecce era senza 10 giocatori infortunati. Da allenatore, lei vede qualche problema dal punto di vista della preparazione fisica della squadra?
«Da fuori è difficile da capire, non sapendo quello che hanno fatto capire dal punto di vista fisico. Credo sia limitativo che la Juve abbia avuto tutti questi infortuni solo perché non ha fatto una preparazione quando ormai è una regola di tanti club quella di partecipare alle tournee estive. La preparazione ormai è diversa rispetto a prima. Forse la Juve in certe situazioni ha dimostrato che quando si alzano i ritmi è andata in difficoltà e qualche giocatore non ha tenuto a certi tipi di intensità, portando il proprio fisico ad avere infortuni. Penso a Di Maria ed ad altri giocatori che non erano in una condizione eccelsa».
Finora solo Milik e Bremer, tra gli acquisti estivi, hanno reso secondo le loro aspettative. La Juve ha sbagliato qualcosa sul mercato?
«Oggi quando si fa il mercato c’è una strategia e si pensa anche ai giocatori a parametro zero come era Di Maria. Poi alla fine i fatti dicono il contrario e oggi il mercato della Juventus può essere messo in discussione perché quello che era stato programmato tre mesi fa, in questo momento, non sta dando frutti. Io certi giocatori avrei fatto difficoltà a venderli. Penso a Bentancur e Kulusevski, ma anche De Ligt, che stanno dimostrando di essere calciatori importanti che in questo momento avrebbero fatto molto comodo per la crescita complessiva della Juventus. Non dimentichiamo che ha finito un ciclo perché dentro lo spogliatoio sono andati via elementi che formavano lo zoccolo duro della squadra come Buffon e Chiellini. Loro trasmettevano la mentalità vincente a chi arrivava».
Se la Juve dovesse fallire l’obiettivo Europa League e non dovesse fare bene contro Inter, Verona e Lazio dovrebbe considerare un esonero di Allegri?
«Ci sono due componenti. La prima è capire fino in fondo se Allegri riesce ad “aggiustare la barca”. La seconda è capire che situazione si verrebbe a creare se non ci riuscisse. Credo poi che molto dipenda dalle possibilità che la Juve potrà avere nel caso in cui decida di sostituire Allegri. La Juve non cambia tanto per cambiare».
Come valuterebbe un ritorno di Conte alla Juve?
«Rispetto ad Allegri è un allenatore completamente diverso. Conte è molto bravo a costruire situazioni nuove. Il Tottenham prima che arrivasse lui non era in una situazione eccelsa, così l’Inter e la Juve dove ha ricreato la mentalità vincente. Conte è più un allenatore da campo, mentre Allegri si è dimostrato molto bravo a gestire situazioni e grossi campioni. Credo che la migliore ipotesi sarebbe quella di riportare Conte alla Juve, ma sappiamo tutti che non lui andò via benissimo. Bisogna capire se si è ricucito o no il rapporto con Andrea Agnelli».
Lei ha conosciuto Del Piero quando ha fatto il vice di Ferrara. Lo vedrebbe in ruolo simile a quello che svolge Maldini al Milan per riportare la mentalità vincente da Juve?
«Non va dimenticato che l’assetto societario attuale della Juve è uguale a quello che ha vinto 9 scudetti e non è mai stato messo in discussione. Forse figure come Marotta e Paratici in alcuni momenti, per esperienza, hanno fatto la differenza, ma l’assetto era quello. Nedved era vice presidente coi 9 scudetti e lo è oggi. E’ normale che oggi si fa questo tipo di ragionamento perché si vorrebbe reintegrare in società Del Piero che è una figura che tutti i tifosi juventini vorrebbero rivedere, ma io non credo sia questo il problema».
Si ringrazia Massimiliano Maddaloni per la cortesia e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista