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Mandragora e il mondo Juve: «Mentalità vincente, si va al triplo»
Rolando Mandragora, giocatore dell’Udinese con un passato alla Juve nelle giovanili, ha raccontato il mondo bianconero
A Cronache di Spogliatoio, Rolando Mandragora ha ripercorso il suo passato. Il centrocampista dell’Udinese ha raccontato com’è il mondo Juve, club nel quale ha giocato nelle giovanili.
ESORDIO DA TITOLARE – «È arrivato contro la Juventus, giocavamo la sera e siamo andati al campo la mattina per la rifinitura. Andammo a pranzo in hotel e Burdisso e De Maio scherzavano con me: ‘Oh, occhio che il mister ti fa giocare’. Avevo 17 anni e pensavo: ‘Vuoi vedere che è arrivato il momento?’. Gasperini la formazione la dice allo stadio, siamo scesi negli spogliatoi, sentimmo il terreno di gioco. Tornammo negli spogliatoi e annunciò la formazione. Dissi: ‘È davvero arrivato questo momento’. Gasp mi ha fatto l’occhiolino. Fortunatamente abbiamo vinto. Quell’occhiolino mi tolse pressione. Significò ‘dai, credo in te’. C’era uno stadio pieno e lo avevo visto solo dalla panchina».
JUVE – «Ho fatto il salto da Pescara a Torino, sono arrivato da infortunato e ho iniziato ad allenarmi a marzo, mentre eravamo in corsa su tutte e tre le competizioni. Andavano al triplo, non c’era mai recupero e la qualità dei passaggi era immensa. Diventa difficile vincere un duello o recuperare il pallone. Quando entri in uno spogliatoio così importante c’è una mentalità vincente che si respira. Il mio modello? Pirlo».