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Mandzukic: «Scudetto possibile. Su Allegri ho questa certezza»

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Mario Mandzukic ha parlato dell’attuale situazione in casa Juventus: le dichiarazioni dell’ex centravanti bianconero

Mario Mandzukic ha parlato alla Gazzetta dello Sport.

Le dichiarazioni dell’ex attaccante della Juve.

JUVE-INTER – «Mi piacerebbe andare a vedere la partita allo Stadium. In caso contrario, la guarderò in televisione: non mi perdo una gara della Juventus».

PIU’ RIMPIANTO DI RONALDO – «Non so se sia vero, ma sono grato a tutti coloro che mi ricordano con affetto. Non credo dipenda da Cristiano, che è uno dei top di tutti i tempi e alla Juve ha fatto grandi cose. Immagino che i tifosi a cui fate riferimento abbiano apprezzato la lotta e lo spirito che Tevez e io abbiamo portato in campo. E poi abbiamo vinto».

PROBLEMI JUVE – «Dall’esterno non è facile giudicare. Ma nel calcio nulla dura per sempre e anche il dominio della Juve era destinato a finire prima o poi. Ha perso diversi leader chiave, ragazzi che sapevano come vincere con continuità. È relativamente facile giocare una grande partita, ma è difficile ripeterla ogni settimana ed è quello che bisogna fare per vincere uno scudetto. La Juve ha ancora molta qualità, ma serve tempo per costruire una squadra, un carattere e acquisire le abitudini da scudetto. La Juve non è per tutti. Sono certo che prima o poi tornerà al livello che i tifosi desiderano».

ALLEGRI – «Sì, ma non parliamo della stagione. È un ottimo tecnico e credo che possa ribaltare la situazione. Mi sono divertito in ogni allenamento con lui. E che sfide a basket: lui pensa di giocare bene, ma io gli ho dimostrato che non è così bravo come crede…».

CRITICHE ALLEGRI – «Non mi sorprende che i tifosi critichino l’allenatore, chiunque sia, quando i risultati non sono buoni. È la natura del calcio: non importa cosa hai fatto uno, due o cinque anni fa. O anche cinque settimane fa. L’unica cosa che conta è come stai andando adesso. Ma non credo che questi risultati dipendano da Allegri, che ha dimostrato di essere un grande allenatore. Ci vuole tempo. Anche se i nuovi giocatori avessero tutto il talento del mondo, di certo non si diventa Chiellini in due partite».

RIMONTA COME NEL 2016 – «Noi eravamo più indietro di 10 punti… quindi sì, è possibile! Ma non dipende da un singolo giocatore, bensì da tutta la squadra, che deve dimostrare spirito collettivo e determinazione nel voler raggiungere l’obiettivo. Quando sei così indietro, dipendi anche dagli altri. Però la Serie A è tosta, è probabile che tutti possano perdere punti strada facendo. Nel 2015-16, quando eravamo indietro, ci siamo riuniti e tutti insieme abbiamo deciso di invertire la rotta. Adesso non sono nello spogliatoio e quindi non posso dire di più. I ritorni di Pogba e di Chiesa al top aiuteranno, ma non giocano da soli».

EVRA – «Ah Evra, che simpaticone… Sinceramente era un soprannome carino. I miei compagni sanno che mi piace il buonumore e chi mi conosce bene mi ha visto ridere spesso. Ho un senso dell’umorismo particolare. Però… vedrete ancora “Mr. No Good” ogni tanto…».

CONSIGLI AI GIOVANI – «La mia formula è molto semplice: lavorare sodo ogni giorno, ascoltare l’allenatore, guardare i giocatori nel tuo ruolo e imparare da loro. E una volta che hai la tua occasione in una partita, dare tutto quello che hai».

VLAHOVIC  «Non ne ha bisogno. L’unica cosa che posso dirgli, è come affrontavo io questi match: non pensavo a fare gol, ma a come vincere la partita. Ci sono tanti modi per aiutare squadra e il successo della Juve è l’unica cosa importante alla fine. Se corri, salti, vinci i duelli, se mostri la tua determinazione ai rivali, se prendi buone decisioni con la palla, se crei delle opportunità, se segui il piano di gioco dell’allenatore, tutto questo contribuisce alla vittoria. Che senso ha segnare una tripletta se poi si perde la partita? Vlahovic ha già dimostrato di essere un ottimo 9. Ora dipende da lui e dalla sua ambizione di voler diventare uno dei top al mondo».

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