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Marchisio, bandiera di un calcio che “dobbiamo” amare per sempre
Essere juventini non significa tifare contro. Ed è per questo che stringiamo la mano, non solo a Natale, a due bandiere: Marchisio, l’ex “Principino” ora in forza allo Zenit San Pietroburgo, e a De Rossi, infortunato. Entrambi a bordo campo prima di Juve-Roma
Tifare a favore e non contro. Sempre. E quando non ci viene facile farlo, mordersi la lingua e ignorare la “bestia” che risiede in noi. Non si tratta di essere buoni perché a ridosso del Natale. Ma perché dovrebbe far parte un po’ della cultura sportiva di ciascun tifoso. Chiaro, con pesi e sforzi emotivi diversi, ci mancherebbe. Non si chiede a nessuno di applaudire a scena aperta l’avversario, ma di rispettarlo, assolutamente sì. E di rispettare di conseguenza anche quelle bandiere che hanno fatto la storia di altre squadre. Dimenticando quei piccoli screzi che a volte la sfida in campo mette alla ribalta della cronaca sportiva.
Nel freddo dello Stadium, quasi inaspettatamente, i tifosi bianconeri hanno visto materializzarsi, prima di Juve-Roma, Babbo Natale in versione “Principino”. Una passerella sul tappeto verde dello Stadium concessa meritatamente (e tardivamente!?) dal presidente Agnelli ad un uomo cresciuto a pane, calcio e Juve dai tempi della categoria pulcini.
Minuto 37 del primo tempo… Godiamoci l’ennesimo gol pesante di Super Mario Mandzukic. Anche lui oramai un “bandierone” di questa squadra. Juve 1 Roma 0. In questo momento anche la classifica dice che è di nuovo “inverno” (titolo) a tinte bianconere.
Dicevamo di Marchisio, a Torino, nella sua Torino, a salutare la Juventus, la sua vita. Senza calcio non ci sa stare, figuriamoci senza un saluto e il relativo affetto ricambiato dai suoi eterni sostenitori.
Non solo lui, anche De Rossi, capitano coraggioso di una Roma che lo ha coccolato e blindato affettivamente per non lasciarlo scappare. Chissà dove e come sarebbe potuta cambiare la sua carriera. Noi ci teniamo stretti Marchisio e loro De Rossi. E chi vuole applauda chi preferisce. Ma non bruciamo i ricordi e rispettiamo gli avversari. E continueremo a vincere anche fuori dal rettangolo di gioco. Con classe e stile. Bianconero. Come i nostri colori e il nostro sangue.