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Marchisio: «Ecco perchè è finita con la Juve. Su Allegri dico che…»

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Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juve, è tornato a parlare della sua avventura in bianconero

A Radio Serie A, Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juve, ha parlato del suo passato in bianconero.

JUVENTUS – «È stata una vita intensa, tanti successi e tante sconfitte. La società è stata fondamentale nel farmi capire come si lavora tutti insieme verso un unico obiettivo, è una cosa che i dirigenti e gli allenatori già dal settore giovanile ti inculcano». Marchisio ha poi continuato sul suo soprannome Il Principino: «A 18-19 anni diventai il Principino perché al campo ci andavo vestito elegante e Balzaretti mi diede questo soprannome, non me lo sono più tolto».

RETROSCENA SU DEL PIERO – «Il mio idolo era Del Piero e io entro alla Juventus l’anno in cui lui arrivò dal Padova. In quel periodo giocavo nel suo stesso ruolo per poi spostarmi dietro. È stata una fortuna poter giocare con lui, averlo come compagno. Il mio primo gol è arrivato su un suo assist e mi ricordo benissimo quella giornata. È capitato qualche volta di dormire nel parcheggio del centro sportivo, ma succedeva solo quando le sere prima c’erano le feste universitarie e quindi non avrei fatto a tempo ad andare a casa e a tornare in tempo per l’allenamento; a una di quelle conobbi mia moglie. Del Piero quando mi vide nel parcheggio si complimentò per il fatto che fossi già lì e non gli dissi mia la verità».

CONTE E ALLEGRI – «Con l’arrivo di Antonio è iniziato a crearsi davvero quello che è il gruppo. Il terremoto non è stato con il suo arrivo, ma con il suo modo di lavorare. Lui ha una caparbietà pazzesca, ha una capacità di dimostrare che crede in tutto quello che fa. Lo ritengo il miglior allenatore che ho avuto perchè mi ha fatto crescere davvero. Mi ha insegnato tanto. Vedeva in me la capacità di potermi muovermi in autonomia senza avere sue indicazioni. Secondo lui ero in grado in totale assenza di suo controllo di gestirmi e di impostare il gioco»

ADDIO ALLA JUVE E FINE CARRIERA – «Si è chiusa con i tempi sbagliati, ma ora mai è il passato. Voglio riconoscere alla Juventus che mi ha dato modo di poter scrivere insieme una parte importante di storia del calcio; io so di aver dato tutto».

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