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Marchisio, tu vuò fà l’americano? (No, ti imploriamo)

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Il Principino è tentato di lasciare Torino a fine stagione per trasferirsi Oltreoceano. Il poetico matrimonio tra la Juventus e Claudio Marchisio può davvero finire qui?

Siamo certi di una cosa. Qualsiasi tifoso della Juventus che si appresti alla lettura di questo articolo sarà spaventato, terrorizzato quasi. Il motivo non ve lo dobbiamo nemmeno spiegare, tanto l’avete intuito dal titolo. Brividi. Marchisio lontano da Torino? Si può davvero? Non ce lo saremmo, sinceramente, mai aspettati ma, a quanto pare, quest’infausta prospettiva non è poi tanto remota. A fine stagione, il futuro di Claudio potrebbe prendere forma nel magico mondo della Major League Soccer, USA, là dove i calciatori forti diventano calciatori vecchi. Il Principino ci sta pensando, un giorno sì e l’altro pure. Sbugiardare se stesso, la sua storia e la sua fede per non sottostare più all’umiliazione della panchina, dell’impotenza a pochi metri dal terreno di gioco. È un conflitto interiore che logora.

Logora lui, come i tifosi bianconeri. Il bambino che diventa uomo con la maglia della Juventus cucita addosso, costretto ad abdicare prima del tempo. È il finale sbagliato di un romanzo d’amore stupendo. L’infortunio al crociato, la sofferenza, le panchine, il rientro, la ricaduta, le panchine, il rientro, il nuovo infortunio. È una sequenza di capitoli impietosamente drammatici per chi è sinceramente innamorato di questo calciatore. Innamorati, appunto. Marchisio lo è, molto, della sua Roberta, con la quale sta trascorrendo le pensose vacanze alle Maldive insieme ai figli Davide e Leonardo. Ed è da qui che, devastante, arriva l’allarme: “Qualsiasi cosa ci riserverà il futuro…“. È il messaggio che Claudio allega enigmaticamente a una foto con la moglie, su tutti i social. E fa malissimo.

Ma lasciare la Juventus non vuol dire soltanto lasciare una squadra, significa abbandonare una casa, un popolo

È la prima volta che Marchisio mette in discussione, pubblicamente, il suo futuro. Segno che nella sua testa, qualcosa, è scattato. È l’amore di un padre che antepone la sua serenità, e quella della sua famiglia, all’amore per la Juventus. È la triste accettazione del tarlo di un dubbio amletico. Un interrogativo che si intreccia con le dinamiche del mercato, con le voci rumorose. Oltreoceano, quindi: sarebbe logico. Uno come lui non accetterebbe mai di vestire altra maglia in Italia che non sia quella bianconera, la sua. E il luccicante contesto americano si adatterebbe perfettamente all’altra faccia di Claudio, quella del testimonial, del modello.

Però sarebbe maledettamente triste e doloroso. Perché è vero che nel calcio moderno non c’è spazio per i sentimenti e per le “bandiere” ma è altrettanto vero che le emozioni pesano. E Claudio Marchisio, da sempre, emoziona i cuori bianconeri. Con la sua semplicità, con il suo talento e la sua cieca dedizione. Con la voglia di combattere sempre dalla stessa parte, per novanta o dieci minuti che siano; credendo negli stessi principi ai quali, da sempre, si appellano i tifosi della Juventus. Fino alla fine, senza ripensamenti. Certe cose non dovrebbero cambiare mai perché sono semplicemente troppo belle per cambiare. E caro Principino, se davvero vorrai fare l’americano da grande, sappi una cosa almeno: il finale giusto per questa storia era un altro.

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