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Marocchino: «Potenziale Juve? Da 4/6° posto. Inutile cambiare Allegri e confermare questa rosa. E su Chiesa…» – ESCLUSIVA

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Domenico Marocchino in ESCLUSIVA a Juventusnews24: le dichiarazioni dell’ex calciatore della Juventus

La Juventus arriva da un momento complicato in campionato, con soli 7 punti nelle ultime 8 partite e le altre squadre in lotta per la zona Champions che corrono veloci. Dalle possibilità di qualificazione in Champions, passando per il futuro di Allegri, il nervosismo di Vlahovic e il futuro di Federico Chiesa. Di questi e molti altri temi ha parlato in esclusiva per Juventusnews24, l’ex giocatore della Juventus Domenico Marocchino.

Un commento sul momento della Juventus?

«Forse ha bruciato troppe energie prima, come in una maratona e ora è in debito. Personalmente io ritengo che il potenziale della Juventus sia da quarto, quinto o sesto posto. Perche penso, ad esempio, che il centrocampo della Roma, dell’Atalanta e forse anche del Bologna, sia superiore come misto di qualità rispetto a quello della Juventus. Perché la Juventus ha dei centrocampisti bravi ma tutti abbastanza con le stesse caratteristiche secondo me».

L’obiettivo della Juventus reale era il quarto posto o qualcosa di più?

«L’obiettivo è sempre cercare di alzare l’asticella il più possibile a prescindere dal terzo, secondo, primo (che era un’utopia) . Però io mi sono sempre domandato quando la Juventus era seconda ‘ma queste vittorie al 92° su palle inattive e via dicendo, non è che possono diciamo nascondere alcune lacune dell’organico?’ E alla fine penso di aver avuto abbastanza ragione. Poi ovviamente un tracollo così, con sette punti in otto partite forse è eccessivo. Se si somma però lo ‘sconforto’ della partita con l’Inter o delle altre partite, l’infortunio di Rabiot o il calo di rendimento di alcuni che hanno tirato la carretta come McKennie. Non basta un Cambiaso che gioca bene e che si è inserito anche sulla fascia destra o l’iniezione, ‘a sprazzi’, di qualche giocatore giovane. Non basta solo questo per risalire la china. Ovviamente qualcosina in più me lo sarei aspettato, poi aggiungiamo anche qualche errore in fase difensiva e alcuni gol che sono stati presi da errori in fase difensiva».

E il futuro di Allegri? Continuare con lui o cambiare guida tecnica?

«Non si può disgiungere il discorso tra allenatore e rosa ecco. Cioè è inutile che tu cambi allenatore e mantieni la stessa rosa di giocatori, di base sarebbe meglio riuscire a trovare giocatori che migliorino dove ci sono lacune. Ad esempio, ci sono delle difficoltà sulla verticalizzazione del gioco o sulla corsia di destra. Per risolvere questo non basta solo cambiare allenatore. Ma dico questo non perché non reputo all’altezza i giocatori attuali ma si devono legare anche con altri giocatori: cioè magari sono bravi ma non riescono a migliorarsi con i giocatori che ci sono ora. Infine, c’è la questione economica no? Per cambiare bisogna avere i soldi per cambiare l’organico tecnico e per cambiare alcuni giocatori della squadra. Poi penso sempre che sia poi un po’ un programma a lungo termine. Certo che centrare la Champions League vuol dire portare soldi, vincere la Coppa Italia vuol dire portare soldi e quindi insomma bisogna viaggiare a vista il più possibile».

Viste le ultime partite è addirittura a rischio la qualificazione in Champions per la Juve?

«Le squadre che stanno dietro sono meglio strutturate sia psicologicamente che tatticamente. Vero è che la Juve sembra in un momento proprio complicato anche nella gestione dei momenti difficili. Poi il momento difficile non è demoralizzazione di uno o due giocatori ma è tipo virale la cosa e quindi attacca più elementi. Questo, ovviamente, abbassa poi il rendimento della squadra».

Il nervosismo di Vlahovic e di Allegri nel post partita dimostrano che è un momento complicato?

«Sono due ruoli difficilissilimi questi. L’attaccante per me è un ruolo, al contrario di un centrocampista che non becca palla ma si mischia nel gruppo, che patisce di più se non riceve la palla e non viene servito. Lo stesso vale per l’allenatore e non può essere lì sempre a mantenere la calma… Io non sono d’accordo su quello che ha detto Allegri nel post gara, però alla lunga anche uno sfogo eventualmente ci può stare».

Futuro di Federico Chiesa ancora in bianconero?

«Sacrificare Chiesa è sempre un bel sacrificio. Bisogna però capire come far rendere al meglio la coppia Chiesa-Vlahovic: due giocatori che umoralmente non si intendono. Forse perchè sono più concentrati su quello che fanno loro, sono più giocatori tra virgolette egoisti e quindi non giocatori che dentro l’area avversaria magari fanno un passaggio più per un compagno ma provano la conclusione. Bisogna capire come far migliorare questo aspetto».

E sui tanti giovani bianconeri?

«Sembrano sempre un po’ col freno a mano tirato, come se avessero un po’ paura di assumersi certe responsabilità. Secondo me devono cercare di di essere più autoritari, forse dovrebbero essere un po’ più egoisti. Poi la Juve ne ha anche talmente tanti… Però sai quando si gioca in una squadra che non è la Juve o il Milan o l’Inter o le big, insomma, la distribuzione dei palloni è particolare e anche se sei giovane vieni servito un sacco di volte. Nei grandi club a volte nella distribuzione della palla consciamente o no viene privilegiato il giocatore più noto. In questo modo tu rischi di partecipare meno al gioco e rischi spegnerti: devi sgomitare un pochettino. Insomma, è come se fossi invitato al pranzo del matrimonio ma non c’è la sedia per te, a qualcuno gliela deve fregare sta sedia per sederti (ride ndr)».

Si ringrazia Domenico Marocchino per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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