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Marocchino: «Milan Juve, la differenza è di mentalità» – ESCLUSIVA
Marocchino: «Milan Juve, la differenza è di mentalità». L’ex bianconero dice tutto a Juventusnews24 – ESCLUSIVA
La sconfitta della Juve a San Siro contro il Milan. La situazione di Allegri. Le difficoltà mostrate dai bianconeri fino a questo momento. Il cammino in campionato e la complicata qualificazione agli ottavi di Champions League.
Di tutto questo e molto altro ha parlato Domenico Marocchino, ex giocatore della Juve (1979-1983), in esclusiva a Juventusnews24.
Che differenza c’è tra Milan e Juve in questo momento?
«Il dislivello mi sembra di età. Ho visto una squadra giovane di mentalità contro una più compassata. Questo dipende non solo dall’allenatore, ma dalle peculiarità dei giocatori. Ci sono stati anche errori strutturali. Normalmente non bisogna fare passaggi in orizzontale a centrocampo mentre si è in uscita e Vlahovic l’ha fatto. Sembra sempre che ai bianconeri manchi un pezzettino per raggiungere uno standard discreto. Sembra sempre che arrivino leggermente un po’ in ritardo e che sono un po’ in difficoltà avanti e indietro. Non so a cosa sia dovuto».
La Juve ha poca qualità nel suo gioco?
«La qualità dipende molto dalle caratteristiche dei giocatori. La Juve ora non ha giocatori come Dybala che era uno estroso, o uno aggressivo come Mandzukic o ancora uno di esperienza come Khedira che era bravo a inserirsi e faceva 4-5 gol a campionato. Il gioco non si può fare sempre, se mancano le caratteristiche diventa difficile».
Quanto pesano le assenze di Chiesa, Di Maria e Pogba?
«Teniamo conto che sono i giocatori più rappresentativi e non ci sono, anche se il secondo qualche partita l’ha fatta. Pogba è estroso a centrocampo, Di Maria inventa l’ultimo passaggio e Chiesa è veloce in fase conclusiva. Sono qualità che loro hanno e gli altri giocatori non riescono a esprimere».
C’è qualche giocatore che sta rendendo sotto le aspettative?
«Ci sono alcuni giocatori che non sono più giovani. A Bonucci e Cuadrado può capitare la giornata storta come ai giovani un periodo un po’ cosi. Purtroppo fa parte del percorso di una squadra. C’è stato il periodo delle “zebre grasse” e ora è il periodo delle “zebre magre”».
Secondo lei manca un po’ il Dna vincente proprio della Juve?
«Per 9 anni l’ha avuto ed è stato inimmaginabile. Io dico che può starci in un momento di flessione, anche se vanno commessi meno errori. Si può ragionare su certi problemi che possono essere circoscritti. I cicli sono naturali. Penso al Milan che da tanti anni non vinceva».
La mancanza di identità tattica precisa in questa Juve è un fattore negativo?
«Può esserlo, ma in modo relativo. Un giocatore come McKennie può fare il terzo davanti come il quarto a centrocampo. Il 4-3-3 può diventare facilmente un 4-4-2. Un altro conto è giocare con la difesa a 3 dove i meccanismi sono un po’ diversi rispetto alla difesa a 4. E’ più il reparto difensivo a determinare il modulo».
Vede Vlahovic in difficoltà lontano dall’area?
«Spalle alla porta lui il suo lavoro lo fa. Il problema lo ha quando deve andare via in velocità al difensore. Non mi sembra un fulmine di guerra nell’uno contro uno. Questo può essere nascosto se ci sono due esterni veloci. Probabilmente Vlahovic con Dybala si sarebbe trovato meglio perché è un giocatore che gli mettere rapidità in un certo contesto che forse lui non ha».
Che impressione ha avuto da Milik fino a questo momento?
«Secondo me ha giocato abbastanza bene ieri, con Rabiot è stato il migliore della Juve. L’ho sempre tenuto in buona considerazione perché è un bel giocatore in fase realizzativa. Va valutato se non va “sprecato” troppo in un lavoro di raccordo. Penso al fatto che lui era lì a difendere sul gol di Diaz entrando in scivolata».
Maccabi Haifa e Torino: che settimana si aspetta dalla Juve?
«Mi aspetterei una settimana con un pizzico di fortuna in più che non guasterebbe. Anche ieri se fischiavano quel fallo su Cuadrado il primo tempo sarebbe finito 0-0 e c’era da giocare tutto il secondo tempo. Magari la Juve non si sarebbe sbilanciata prendendo il secondo gol…E poi dovrebbe essere più fredda. Ho avuto la sensazione che dopo l’1-0 la squadra si è un po’ demoralizzata e disunita. Mi aspetto, comunque, che i giocatori affronteranno queste partite importanti col piglio giusto».
Se la Juve dovesse perdere le prossime due partite, Allegri rischierebbe l’esonero?
«Sarebbe una valutazione che la società dovrà fare se non si è già premunita un attimo. Dovrebbe individuare con chi sostituirlo e pensare che avrà un contratto da onorare che la vincolerà nella campagna acquisti. Sono tante le cose da prendere in considerazione secondo me».
Che obiettivo deve porsi la Juve in questa stagione?
«Penso debba accontentarsi di passare il girone di Champions League e arrivare quarta in campionato. In Serie A ci sono squadre meglio attrezzate. La classifica rispecchia i valori delle squadra. Neanche Udinese e Atalanta sono squadrette. Non trascurerei nemmeno la Lazio. Certo, se ci fossero stati Chiesa, Di Maria e Pogba dall’inizio non avrei firmato per il quarto posto…».
Si ringrazia Domenico Marocchino per la cortesia e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista