Hanno Detto
Soulé: «Juve club di un altro livello, che emozione l’esordio! E su Cr7…»
Matias Soulé, giovane fantasista argentino di proprietà della Juventus, si è raccontato in una lunga intervita a La Capital
Ai microfoni di La Capital, Matias Soulé si è raccontato in una lunga intervista. Le parole della giovane promessa della Juventus.
2021 – «Tutto quello che mi è successo l’anno scorso è stato pazzesco. Prima a metà anno sono andato ad allenarmi con la prima squadre. Poi è arrivato il debutto, qualcosa che sognavo sin da quando ero piccolo. E ancora di più in un club come la Juventus, uno dei primi cinque al mondo. Anche la convocazione nella Nazionale. Era tutto incredibile».
PRIMA SQUADRA – «Mi sono sentito accolto molto bene. Ovviamente sono altri contesti. La Primavera, l’Under23 e la Serie A non sono la stessa cosa, ma mi sono adattato abbastanza bene. Mi ci sono anche abituato velocemente quando sono arrivato in Italia, perché non era lo stesso tipo di calcio».
DYBALA – «Sì mi ha aiutato molto, la verità è che è un genio in tutti i sensi, fuori e dentro al campo. Mi ha aiutato nei primi viaggi, nelle chiamate. Come Bentancur o Alvaro Morata, che parlano spagnolo. Siamo stati insieme e mi hanno integrato bene. Giochiamo alla playstation, parliamo da amici…».
RONALDO – «Dato che parla un perfetto spagnolo un giorno, dopo l’allenamento, a pranzo, abbiamo parlato molto. Tutti se ne sono andati e lui è rimasto con me e altri due ragazzi, uno spagnolo e un uruguaiano. Rideva con noi. Nonostante quello che è come calciatore, nei rapporti è una persona normale. Non potevamo credere di essere così con lui. Lo stesso si può dire di Paulo».
MONDO JUVE – «Mi ha colpito tutto. L’organizzazione, la struttura, è un altro livello. È un privilegio essere in un club così grande. Spero di poter restare il più a lungo possibile».
ITALIANO – «L’ho imparato abbastanza bene. Tranne alcune parole è simile allo spagnolo. A volte però mi confondo ancora».
ESORDIO – «Pazzesco. Non ho giocato molto tempo, ma ho cercato di godermela. Già scendendo in campo, con i compagni, la squadra. Ho potuto vedere da vicino il rigore calciato da Paulo, peccato che l’abbia sbagliato».
PUNIZIONE CONTRO IL VENEZIA – «È successo dopo una giocata in cui ho passato un avversario e ho dato la palla ad Alvaro. Quando gli hanno fatto fallo, sono andato dritto in area ad aspettare il rimbalzo. Inoltre, Juan ha preso la palla. Così ho sentito dalla panchina “Soulé, Soulé”. Allegri voleva che calciassi io! Così mi sono avvicinato, ovviamente senza paura. Poi Bonucci ha detto a Cuadrado “lascialo calciare”. Cuadrado ha insistito, ma io gli ho detto “dai, panita, lascia fare a me”. E me lo ha lasciato. Peccato aver preso la barriera…».
NAZIONALE – «Mi ha chiamato il direttore sportivo dell’Under 23, Manna. Mi disse che, nonostante non ci fossero conferme, c’era la possibilità che mi sarei recato ad allenare con la Nazionale. A quel tempo pensavo fosse l’Under 20, che aveva appena iniziato ad allenarsi. Anche lui era felice, ovviamente. Poi mi ha detto qualcosa come “con i grandi” e ho capito che era con la Nazionale maggiore».
EMOZIONI – «Siamo partiti da Malpensa per Madrid con Corra, Lautaro, Dominguez, Musso e Molina. Poi ci siamo incontrati con quelli dell’Inghilterra e della Spagna. Mi sono presentato, ho bevuto mate con Paulo ed è andato tutto bene».
MESSI – «Era già lì. Ha aspettato per salutarci perché sapeva che eravamo arrivati. Eravamo con gli altri giovani e abbiamo detto “ora che ci ha salutato non ci laveremo più le mani. Aneddoti? Stavamo giocando a ping pong con Avila, ma abbiamo finito di mangiare e siamo andati prima. Fino all’arrivo di ‘Leo’ e De Paul. Quindi abbiamo fatto un due contro due. Ci hanno massacrati».
LEO E CRISTIANO – «Mi sono allenato già con loro. In Nazionale abbiamo giocato a calcio ridotto con “Leo”, è un fenomeno. Non puoi tirare fuori la palla. Se è il tuo rivale, giochi con uno in meno. È qualcosa che si gode e non si dimentica mai».
MARADONA – «Ieri ho finito di guardare la serie su di lui. Avrei voluto incontrarlo, scattare una foto o guardare una partita dal vivo. Mio padre è un fanatico e mi ha instillato questa passione fin da bambino. Lo guardo come gli altri grandi giocatori».
AGUERO – «Spero un giorno di vederlo e fare una foto con lui come ho fatto quando avevo 3 anni».
2022 – «La verità è che il 2021 è stato un anno molto buono sotto ogni punto di vista. Ma, come ho detto, voglio di più. Spero che la mia carriera vada da minore a maggiore».