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Matri: «Credo che smetterò con il calcio, risposte negative dal campo»
Alessandro Matri, ex attaccante della Juventus, ha ripercorso i suoi momenti in bianconero: ecco le sue parole
L’ex attaccante della Juventus, Alessandro Matri, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport. Ecco le parole di Matri sulla sua carriera in bianconero, ad otto anni dalla conquista dello Scudetto.
SCUDETTO 2011/12 – «Sono sempre ricordi indelelbili è impossibile non emozionarsi. Sono passati otto anni, ma sembrava ieri».
MIGLIOR STAGIONE – «L’anno prima tra Cagliari e Juventus. Ho fatto tre anni a Cagliari e mi ero ambientato bene, poi a gennaio arrivai alla Juve e non sentii tanto il cambio di squadra e mi fecero sentire subito a casa. Nove gol in 16 partite, una cosa importante per chi cambia squadra. Mi aspettavo di più? Sì, ma quando si passa ad una squadra blasonata come la Juve ci sta giocare meno e l’alternanza con i compagni. Qualche gol in più me lo aspettavo anche io, non ho rimpianti però».
SOGNI DA BAMBINO – «Io credo di aver realizzato i miei sogni. Quando mi sono affacciato al calcio professionistico, difficilmente pensavo di avere una carriera del genere, con tre Scudetti».
FUTURO – «Credo di smettere, non credo di continuare, visto come sono andati i primi sei mesi, ho avuto risposte non positive dal campo. Sono arrivate anche poche richieste, ho valutato quelle che c’erano e ho deciso di non fare figuracce. Mi mancherà sicuramente la vita del calciatore. Ho preso coscienza perchè un giocatore della mia età deve comunque garantire certi ritmi. Sono arrivato con motivazioni e poi non c’è stato un riscontro tecnico-tattico. Solo un’occasione importante poteva riaccendere la fiammella. Monza? Ci sentiamo spesso con Brocchi, ma se dovessero andare in Serie B dovrebbero rispettare la lista giovani».
ESULTANZA – «Nata a Cagliari con Andrea Lazzari, in un periodo in cui non giocavamo tanto. Era riferito a chi non ci considerava, era un po’ volgare ma simpatica».
GOL PIU’ IMPORTANTE – «Sicuramente quello in Coppa Italia contro la Lazio, che ci ha permesso di vincere il decimo trofeo: è quello il mio gol più importante. Anche quello contro il Milan a San Siro, per l’1-1, un gol che si è rivelato decisivo nel corso del campionato oscurato poi dal gol/non gol di Muntari. Dico anche però quello contro l’Inter al mio primo anno in bianconero».
ALLEGRI – «Un po’ il mio padre calcistico, l’ho avuto al Cagliari, al Milan e alla Juve, mi ha sempre trasmesso fiducia e mi ha permesso di esprimermi al meglio. Ho avuto anche la fortuna di essere allenato da mister Conte, un fenomeno calcistico. Allegri non vuole adattare i giocatori alla sua idea: è il numero uno a sfruttare le qualità dei giocatori che ha».
MILAN E JUVE – «Il Milan è la mia mamma calcistica, quella che mi ha cresciuta, mentre la Juventus è la mia innamorata, la squadra che mi ha fatto esprimere al meglio».
PARTITA DA RIGIOCARE – «Non lo, non ne ho una in particolare. Anzi, se proprio dovessi sceglierne una, dico la finale di Champions League contro il Barcellona: ecco, lì mi ributterei in campo».
EMERGENZA CORONAVIRUS – «Molto toccato da quello che è successo, poichè Lodi è la zona in cui è nato tutto. Ci si informa tutti i giorni e si sente spesso la famiglia. Ho cercato di dare una mano vendendo vecchi cimeli e so che adesso l’ospedale è tornato quasi alla normalità, quindi si può lavorare più tranquillamente».