Morana (agente Lenzini e Cernoia): «Felici alla Juve. Sull'estero...»
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Maurizio Morana (agente Lenzini e Cernoia): «Contente alla Juventus Women, L’estero ha fascino ma…» – ESCLUSIVA

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Maurizio Morana, agente di Martina Lenzini e Valentina Cernoia, intervistato in esclusiva su JuventusNews24.com

C’è chi come Martina Lenzini è tornata quest’anno alla Juventus Women per vestire subito i panni della protagonista e chi come Valentina Cernoia in bianconero è protagonista dal giorno zero. Entrambe – ruoli come età differenti – stanno probabilmente vivendo la migliore stagione della loro carriera, entrambe sono assistite dalla VM Law&Sport. Abbiamo intervistato in esclusiva il loro agente Maurizio Morana.

L’esplosione di Martina Lenzini ha superato le aspettative di chiunque. Qual è il suo segreto? 
«L’esplosione di Martina non è improvvisa, ma scandita da due momenti. Il primo è il lavoro che è stato fatto durante la sua esperienza in prestito. Un percorso di apprendimento che le ha permesso di crescere in una fase in cui ne aveva bisogno, in cui non era ancora pronta per recitare un ruolo importante alla Juventus. Merito a Piovani e alla sinergia che il direttore Braghin ha creato con il Sassuolo. Il secondo momento è quando Martina è tornata questa estate. Penso che sia stata brava a lavorare giorno dopo giorno per vincere la sana competizione che c’è in una squadra così ambiziosa. Si è messa a disposizione dell’allenatore in un ruolo che all’inizio non sentiva propriamente suo. Le compagne l’hanno aiutata e credo che lei si stia convincendo di poterlo fare a un livello molto alto».

Come si spiega la scelta della Juve di non intervenire sul mercato per sostituire l’infortunata Salvai? 
«Questa è una domanda che andrebbe rivolta a Braghin. Suppongo che sia anche dovuto al rientro in gruppo di Linda Sembrant. Per Martina sicuramente è un attestato di fiducia. Se lo staff tecnico non l’avesse ritenuta affidabile lo avrebbe senz’altro fatto presente al club. La sensazione è che la garanzia di rendimento che sta dimostrando abbia portato alla decisione finale di completare il reparto con il rientro di Panzeri. Si tratta di una combinazione di fattori». 

Pensa che Lenzini sia già tra le migliori centrali d’Europa?
 «Ho visto passare la carriera di tanti giocatori e giocatrici. Martina è una ’98, ha solo 23 anni: quest’anno sta facendo il famoso salto. È passata da essere una buona giocatrice con potenzialità a giocatrice che può avere un ruolo importante in una rosa che è “condannata” a vincere sempre. Questo si chiama salto di qualità. Da lì a pensare che sia una delle migliori centrali d’Europa… Penso che aspirare in alto sia fondamentale nella vita di un atleta, così come lo sono il tenere i piedi per terra e il lavoro quotidiano. L’Europeo potrebbe dirci a che punto è. Ha le potenzialità per poter diventare una calciatrice davvero importante in Europa. È essenziale che inizi a vincere, lo ha fatto con la Supercoppa. Ora deve continuare». 

Chi è da anni tra le migliori centrocampiste d’Europa è sicuramente Valentina Cernoia… 
«Valentina, non lo dico io ma la sua storia, è uno dei risultati più belli del calcio italiano degli ultimi anni. È sempre al centro dei progetti, sa rendersi utile in varie tipologie di gioco. La seguo da sei anni e ritengo che in questa stagione stia arrivando al picco più alto di rendimento della carriera. Sa gestirsi in maniera impeccabile e questo le permette di migliorare di stagione in stagione. È determinata, non vuole mai sedersi, ed ha caratteristiche uniche nel panorama italiano». 

Forse anche internazionale… Sono arrivate chiamate dall’estero in questi anni? 
«Sarebbe stato strano il contrario. Ci sono stati dei contatti con club esteri anche importanti ma la stima della Juve è sempre stata molto forte. Valentina è sempre stata felice di rinnovarsi nei progetti che man mano il club le ha proposto. L’estero ha il suo fascino ma allo stesso tempo può essere affascinante stare in un club che anno dopo anno si pone obiettivi diversi e sempre più ambiziosi». 

Lenzini e Cernoia continueranno il loro percorso alla Juventus Women? 
«Difficile non essere contente quando si è in un gruppo vincente e oggi gestito in maniera veramente lungimirante e impeccabile. Sfido chiunque a non voler continuare con questo nuovo corso. Una delle novità che ha portato Montemurro è stata la versatilità con cui gestisce la rosa, tutte le giocatrici sanno di essere considerate e di poter dare il loro contributo. Faccio fatica a pensare che qualcuna voglia andarsene». 

Ci racconta la scelta di Laura Giuliani, un’altra sua assistita, di lasciare la Juve per trasferirsi al Milan? 
«Laura ha dato tutto durante il suo percorso alla Juve. Nella carriera di un’atleta ci può stare un cambiamento. C’è chi decide di non cambiare mai e chi invece lo fa. Lasciare un gruppo dove hai vinto non è mai facile, il rapporto con i tifosi era molto stretto. Non penso ci siano stati motivi particolari se non il fatto che può essere giusto in un certo momento della propria carriera cambiare per misurarsi con nuove sfide. C’è chi se la sente e chi no. Lei ha sempre affrontato nuove sfide da quando era molto giovane, il suo carattere le impone di cercarne di nuove». 

Si è pentita di quella scelta? 
«Non vedo di cosa dovrebbe pentirsi. Il Milan ha l’obiettivo di crescere e costruire un gruppo che possa vincere nel breve-medio termine. Ha voluto fortemente Laura ed Il suo inserimento è stato naturale. Per vincere ci vuole del tempo. Laura sta mettendo al servizio la sua esperienza e le sue qualità. Ritengo che il Milan abbia trovato un valore aggiunto». 

Cosa cambierà tecnicamente e nel pratico con l’avvento del professionismo nel calcio femminile? 
«Potenzialmente cambia tutto. Si passa dal dilettantismo a nuove normative FIGC, con doveri e diritti che da esse discenderanno. C’è un cambiamento dello status delle atlete che non significa automaticamente guadagnare di più. Sicuramente quello che cambierà in meglio è la posizione previdenziale delle calciatrici, oltre alla loro tutela in caso di maternità. Nella Serie A italiana da qualche anno le ragazze di fatto vivono già come delle professioniste, mentre prima le calciatrici spesso lavoravano e giocavano. Questo passaggio, inserito nella riforma dello sport, è stato voluto e recepito dalla Federazione e i club l’hanno accettato. Accanto agli aspetti positivi però a mio avviso c’è anche un pericolo da un punto di vista gestionale: i club si troveranno davanti a un considerevole aumento dei costi. Sarà opportuno quindi accrescere gli introiti in modo che il sistema supporti le società facendo sì che il mondo del calcio femminile sia sostenibile. Servirà promuovere il prodotto, aumentandone di pari passo la qualità. Se il livello non si alza il contenuto è poco appetibile commercialmente e sarà sempre poco attraente per le calciatrici straniere di alto livello. Credo che ci sia tanto margine di crescita e tanto lavoro da fare. Non si veda il professionismo come un punto di arrivo, ma come un punto di partenza per rendere il sistema sempre più competitivo». 

Si ringrazia Maurizio Morana e l’Avv. Lucia Bianco di VM Law&Sport per la disponibilità mostrata in occasione di questa intervista.

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