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SARRI EREDE DI MENOTTI – «Perché no? Ne sono contento e onorato. Non è la prima volta che in Italia si gioca bene: il Milan di Sacchi non nasce per caso. Ma il bel gioco non è un valore assoluto, è solo un gusto: a me piace più questa Juve della vecchia perché gioca la palla. Usa lo stile che mi ha sempre reso felice. Io voglio questo: voglio Guardiola, voglio Sarri».
SARRI – «Non lo conosco personalmente, ma conosco il suo stile, anche prima che arrivasse a Torino: pure lui scommette sul bello. In fondo, il calcio è questo: ordine e avventura. La Juve non perde il vecchio ordine, ma ora aggiunge gusto per l’avventura. Ovvero, partecipazione al gioco, armonia. Sarri dimostra che la vittoria non è alternativa all’estetica».
VINCERE È L’UNICA COSA CHE CONTA – «Frase grossolana, cosa significa? Come se dicessi che l’unica cosa che conta per vivere è respirare. Quando mi sveglio non penso certo a respirare: penso a godermi la vita, a inseguire la felicità. La stessa cosa in campo: nessun giocatore sarà mai contento pensando che conti soltanto vincere perché quello è il motivo stesso della competizione. A me interessa invece che, nel raggiungere l’obiettivo, una squadra sia sempre protagonista dello spettacolo. Mi piace chi ha un impegno estetico nell’arte. E il calcio è un’arte».
HD – «La cosa migliore che poteva accadere a Higuain e Dybala è questo allenatore: per loro è una benedizione. Sarri recupererà definitivamente Higuain: un top, un goleador. Dicono non abbia personalità? Il contrario, accetta sempre la sfida anche se lo criticano. Dybala ha talento eccellente, è ancora un ragazzo. A questi livelli ogni partita è una lotta contro se stessi: non puoi mai sederti. Dybala ha tempo per crescere e dimostrare quanto può accompagnare la squadra alla vittoria. Deve difendere il suo talento ogni giorno perché il calcio non conosce passato. E le maglie che indossa, la bianconera e l’albiceleste, pesano parecchio»