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Nedved: «Jankto e Barak sono da Juventus, su Buffon…»

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Il vicepresidente della Juventus si racconta tra passato e presente, poi i focus su Gigi Buffon e calcio italiano. E Pavel Nedved ha anche un paio di consigli per Beppe Marotta

Ora vicepresidente, prima campione, sempre bandiera. Pavel Nedved e la Juventus, Pavel Nedved è la Juventus. Il biondo dirigente bianconero si è raccontato in una lunga intervista sul portale ceco Lidovky.cz, focalizzandosi sulle ragioni che l’hanno spinto al ritiro: «Ho dato tutto al calcio. Anche se mi diverto quando indosso gli scarpini e vado a giocare con gli amici, mi manca molto. Quando ho detto che nel 2009 sarei andato in pensione non è stata una scelta difficile, ma quasi irreversibile. Non volevo giocare per un club più piccolo, ma avrei potuto. C’erano parecchie offerte dalla MLS, ma volevo ritirarmi ancora da protagonista e non sparire lentamente. E spero di esserci riuscito. Ho così tanto lavoro da dirigente che non so da dove iniziare, ma devo ammettere che mi dispiace che la mia carriera sia finita così velocemente».

Pavel si è poi dilungato sulla vicenda Buffon, con Superman che dovrebbe appendere i guantoni al chiodo a fine stagione. Dovrebbe, appunto. Il condizionale è d’obbligo: «Non ha annunciato che si ritirerà a fine stagione, lo deciderà con il presidente Agnelli. Le prestazioni di Gigi sono comunque sempre grandiose e siamo felici di averlo tra noi. Pallone d’Oro? Fosse per me glielo assegnerei, è un calciatore davvero speciale. Purtroppo non puoi rallentare l’età e Gigi probabilmente non avrà il suo trofeo». Proprio il pensiero sul portierone rimanda immediatamente al discorso Nazionale: «L’Italia fuori dal Mondiale? È un duro colpo. L’Italia è un Paese che ha sempre avuto e sempre avrà calciatori di talento, ma se non si crea un sistema efficiente continuerà a soffrire. Il calcio è di gran lunga lo sport più popolare in Italia e il calcio italiano non ha un presidente della Figc, degli stadi di proprietà, le squadre B. Finora, stiamo cercando un uomo che inizi una nuova era per il calcio italiano, potrebbe essere Damiano Tommasi».

E Nedved ha anche un paio di consigli per l’amico Marotta. Sentite cosa ha da dire sui connazionali Jankto e Barak: «Barak e Jankto che stanno andando alla grande. Certo, lì non c’è la pressione che c’è in un grande club, ma mi congratulo per le loro prestazioni. Il mio affetto nei confronti dei calciatori cechi è comprensibile e mi fa piacere quando qualcuno alla Juve dice ‘Questo Barak è un ragazzo solido’. L’idea di portare un giocatore ceco nella Juve è sempre in me. Non sto suggerendo nulla ma è chiaro che sia Jankto che Barak possono giocare in Serie A a un livello più alto. Jankto è veloce, diretto, affamato di vittorie. Di Barak mi colpisce la struttura fisica e l’umiltà, è un giocatore che attacca, difende e percorre molti chilometri a partita. Comunque non lo paragonerei a me stesso, non siamo uguali».

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