Esclusive
Novellino: «La Juve può pensare ad un giocatore del Torino» – ESCLUSIVA
Walter Novellino, allenatore, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Juventusnews24 verso il derby tra Torino e Juve
Archiviata la sosta per le Nazionali, la Serie A torna in campo nel week-end, con il derby della Mole tra Torino e Juve a segnare un’occasione di riscatto per entrambe le squadre, sconfitte nel turno precedente. In esclusiva a Juventusnews24, il tecnico Walter Novellino ha presentato l’incontro: lui che di stracittadine ne ha vissute da giocatore e allenatore, compreso il derby della Mole nel 2007/2008 e 2008/2009.
Torino e Juve, due squadre che si presentano all’incontro reduci dalle sconfitte con Sampdoria e Benevento. Cosa farà la differenza secondo lei in questo derby?
«Le motivazioni, sicuramente. Quelle del Torino saranno più forti: la classifica dice che deve vincere, è una situazione difficile. Anche la Juventus deve finire bene la sua stagione, al di là delle tante chiacchiere. Deve dimostrare che può esserci un anno di transizione, un anno di cambiamento. Sono convinto che i bianconeri hanno giocatori di qualità che non hanno potuto dare il loro contributo per vari motivi».
La sconfitta con il Benevento sembra aver fatto sfumare l’obiettivo Scudetto per la Juventus. Era prevedibile un andamento del genere per Pirlo al primo anno o è rimasto sorpreso dai risultati in campionato e Champions?
«La sconfitta è dovuta anche all’inesperienza. Penso che questo andamento di Pirlo al primo anno sia normale: nella prossima stagione sono sicuro che farà un grande campionato. Dare la colpa a lui no, perché anche i giocatori non hanno dato il massimo. Arthur, ad esempio, che è un calciatore che a me piace molto, non ha dato il suo contributo. Hanno criticato tanto Ronaldo: ma cosa può fare da solo? In Champions devono giocare tutti per andare avanti, non solo Ronaldo. Sono d’accordo con la dirigenza della Juve per quanto riguarda il suo futuro: servirà tantissimo la sua esperienza nello spogliatoio, anche per Pirlo. Tutti noi abbiamo pagato uno scotto: io anche, quando allenavo gli Allievi Nazionali del Perugia e tutto ad un tratto sono diventato allenatore della Prima squadra. All’inizio ho pagato un po’ dazio, poi son diventato col tempo quello che sono ora. E adesso ho ancora tanta voglia di allenare…».
Non servirà nessun cambiamento, quindi, nella prossima stagione secondo il suo punto di vista?
«Non ha senso cambiare, e non fa parte neanche della filosofia di Agnelli. È troppo intelligente Andrea per cambiare, così come sono in linea anche Paratici, Nedved e Cherubini».
In casa Torino, invece, quale valore può assumere questo derby?
«Significherebbe tante cose in caso di vittoria: entusiasmo per i tifosi, per Cairo che, al di là delle tante critiche, vuole veramente bene al Toro. Credo che sia fondamentale non perdere, e se dovesse arrivare la vittoria sarebbe come una puntura di stimolante per i giocatori granata. Il Torino deve lottare per qualcosa di importante in Serie A».
Quale cambiamento ha notato nella squadra granata con l’avvento di Nicola in panchina? Quali tasti andrà a toccare secondo lei contro la Juventus?
«Io ho molto rispetto per Marco Giampaolo, che si avvicina molto al mio modo di pensare. Nicola ha entusiasmo, ha voglia, si vede anche dopo le sconfitte quando riunisce i suoi giocatori e fa capire che la squadra c’è. Non mi è piaciuta la sconfitta con la Sampdoria: ci vuole un po’ di cattiveria, non basta solamente chiamarsi Torino. Bisognare dare il massimo, perché indossare la maglia granata è qualcosa di speciale».
A legare le due squadre, in chiave futura, potrebbe esserci il nome di Wilfried Singo, infortunato nel derby. Sono già circolate voci su un presunto interesse della Juventus per il 2000: è un prospetto che vedrebbe bene in bianconero?
«Lui è molto bravo, è il futuro del Toro. Spinge, ha gamba, corsa. Queste tre caratteristiche le ha naturali, poi ha voglia di arrivare: questi sono i giocatori da prendere. Credo che la Juve possa pensare a lui, da sempre è abituata ad acquistare i giovani bravi. E Singo è uno di questi».
Quale valore aggiunto ha portato a gennaio Mandragora al Torino? Gli avrebbe concesso qualche chances in più alla Juventus invece?
«Al Toro si sa sta mettendo in mostra, alla Juve era più difficile e rischiava di diventare uno dei tanti. Mandragora è un giocatore che a me piace molto: sono convinto che abbia fatto la scelta giusta».
Lei sulla panchina del Torino, nel 2007/2008 e nel 2008/2009, di derby della Mole ne ha disputati. Quale gli è rimasto più impresso e c’è un ricordo più emozionante legato all’atmosfera, in città, prima di questa partita?
«Il derby che mi è rimasto più impresso è quello 0-0 del 2008 in cui Rosina prese la traversa su punizione. Meritavamo di vincere in quella partita. Ho giocato partite anche contro la Juve di Ranieri, in cui fu molto fortunato: mi ricordo un derby in cui segnò Chiellini, con i bianconeri che fecero un blocco ad un mio giocatore che dormì in quella circostanza. Questo tipo di partita è sempre speciale, perché noi volevamo vincere contro la Juventus. La cosa bella era il pre-gara: il pubblico, che ora manca, dava ansia, tensione. Noi sentivamo forse fin troppo questa partita: non sono un allenatore che dà ansia, ma sono partite che devi preparare da solo, dentro di te. E io ricordo di averle preparate con troppa ansia. Se vincevi un derby potevi stare cinque anni felice».
Si ringrazia Walter Novellino per la disponibilità e la cortesia mostrate in questa intervista