Oddenino (La Stampa): «La Juve ha fatto un miracolo sportivo, discorsi Scudetto ancora non chiusi del tutto. Chiesa e Vlahovic...» - ESCLUSIVA
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Oddenino (La Stampa): «La Juve ha fatto un miracolo sportivo, discorsi Scudetto non chiusi del tutto. Chiesa e Vlahovic…» – ESCLUSIVA

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Gianluca Oddenino, giornalista de La Stampa, ha così analizzato ai nostri microfoni la situazione in casa Juventus

Dopo la sconfitta di San Siro, la Juventus si trova ora in seconda posizione a quattro punti dall’Inter capolista, che ha anche una partita in meno da recuperare. Una situazione non delle più semplice, che abbiamo analizzato, in esclusiva per Juventusnews24, con il collega Gianluca Oddenino de La Stampa.

Qual è il tuo pensiero su Inter-Juve?

«Ho visto una Juve sotto esame, che era desiderosa di capire il suo livello, cioè se è al livello dell’Inter o se c’era ancora qualche differenza. E la partita ce lo ha detto che c’è differenza. La Juve può rimproverarsi di aver avuto un atteggiamento molto timido all’inizio. Poi è vero che l’avversario è partito forte ma l’ho vista troppo timida, magari anche per una questione fisiologica».

I discorsi per lo Scudetto sono già chiusi come si dice?

«Sicuramente l’Inter ha messo un’ipoteca, perchè ha vinto lo scontro diretto, con una prova di maggiore qualità. Ha un jolly per le mani, che è quella partita in meno che deve recuperare. Però il campionato è veramente lungo e la Juve è stata capace di superare anche le più rosee aspettative. Secondo me non è finita qui, già in questo turno ade sempio l’Inter va a Roma, con una squadra che si è rilanciata, mentre la Juve ospita l’Udinese. Magari Inzaghi perde punti per strada. Ha un vantaggio importante, poi secondo me il vantaggio che ha Allegri è quello di non fare le coppe».

Ma l’obiettivo della Juve è veramente lo Scudetto o Allegri, quando parla di quarto posto, si “nasconde”?

«Secondo me l’altra sera si sapeva che sarebbe stata una partita difficile. La Juve ha limitato i danni, perchè fosse finita 3 o 4-0 poteva anche starci e magari lì contraccolpo psicologico su una squadra di tanti giovani sarebbe stato forte. La Juve deve essere brava a prendere la partita come una lezione, ma mettendola da parte, tornando a riprendere il cammino di vittorie interrotto con una settimana balorda. Poi che Allegri parli di obiettivo Champions è fisiologico, ma se sei a quei livelli provi a giocartela».

Il futuro di Allegri è legato alla vittoria o meno di qualche trofeo?

«La qualificazione Champions è l’obiettivo minimo, che ha determinato fortuna o sfortuna degli allenatori in questi anni. Allegri rivendica dicendo che l’obiettivo minimo la stagione scorsa lo aveva centrato ed è vero, poi sono intervenuti altri fattori. Non è una Coppa Italia in più o in meno che sposta gli equilibri, perchè credo che già in questi mesi la Juve con Allegri dovrà capire cosa fare. Cioè se porre fine a questo ciclo con un anno di anticipo oppure proseguire con il progetto legato a lui. E’ una partita ancora tutta aperta, è difficile fare previsioni, ma per quello che Allegri ha saputo fare nelle difficoltà ha superato ogni aspettativa e ci sta si continui con lui».

Altro in scadenza di contratto nel 2025 è Chiesa. Cosa farà la Juve con lui?

«Chiesa è una partita più complicata. Quel contratto o viene rinnovato entro giugno oppure si entra nell’anno in cui si libera a zero e non ce lo si può permettere. La Juve chiede da tempo di rinnovare, però allo stesso tempo vuole fiducia. Ora ci sta che Chiesa abbia qualche fastidio, ma sono passati due anni dalla rottura del crociato e il peggio è alle spalle. Vero poi che non era in condizione, ma a San Siro ha giocato Yildiz e qualcosa può voler dire. Perchè magari anche lo stesso Chiesa si sta guardando intorno».

Secondo te Vlahovic, a livello mentale, ha fatto un passo indietro l’altra sera? Si è visto un Dusan molto nervoso, almeno all’inizio…

«Lui è un giocatore molto umorale ed evidentemente patisce San Siro, perchè questa è anche l’ottava partita e non ha mai segnato, quindi forse c’è qualcosa che lo frena. E’ un giocatore che ha fatto molto bene in questo 2024, ha dato segnali giusti e la Juve fa bene a puntare su di lui. Deve però superare certi momenti, crescere e lo farà perchè comunque ha solo 24 anni, la formazione si può completare ancora. Se segna è molto felice, se non segna si innervosisce e spesso passa mesi di digiuno dove fatica a fare anche le cose più semplici. Però secondo me Vlahovic ha fatta una partita generosa a San Siro, era da solo a combattere con la miglior difesa del campionato e non era facile».

L’arrivo a gennaio di Alcaraz chiude discorsi per il centrocampista in estate? Considerando anche il rientro di Fagioli.

«No, la Juve non si è legata mani e piedi a lui e lo valuta. C’è un diritto di riscatto molto alto, con una cifra non banale. Se vale quei soldi la Juve ha una sorta di prelazione per tenerselo, magari in una serie di operazioni che coinvolgono un altro giocatore. o Magari è anche una porta aperta con il Southampton per altri affari. Poi giustamente parlavo di allenatore prima, dipende anche dalla conferma o meno di Allegri».

Ad Allegri è legato anche il discorso rinnovo di Rabiot?

«Effettivamente Rabiot ha un feeling particolare con Allegri, quindi ci sta che sui ragionamenti futuri sia legato anche lui al tecnico. Non vuol dire che se resta Allegri o va via lui fa lo stesso. Poi è vero che l’anno scorso, per il rinnovo del francese, Allegri ha inciso tantissimo. Il giocatore è nelle grazie del tecnico, con lui è arrivato a livelli da top player e ha ripreso la titolarità in Nazionale. Hanno tratto entrambi vantaggio da questo rinnovo».

Come vedi la lotta per il quarto posto?

«Quasi una lotta per lo Scudetto delle squadre “normali”. Davanti ci sono Inter e Juve che corrono a ritmi impressionanti. Ripensando infatti a quello che ha fatto la Juve c’è dell’incredibile, è una marcia quasi da Juve degli anni d’oro. Queste due squadre a questo livello ti danno la dimostrazione che il club bianconero ha fatto un miracolo sportivo a stare là attaccato. Sul quarto posto invece è una bella lotta, ci sono squadre che sono in crescita come la Roma, poi penso all’Atalanta che in Primavera viene fuori con forza di solito. La Lazio è quella un po’ più in difficoltà, mentre il Bologna è la vera sorpresa».

Si ringrazia Gianluca Oddenino per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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