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Urbano (ds Novara): «Sfidare la Juve ha il suo fascino. Barbieri…» – ESCLUSIVA

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Orlando Urbano, direttore sportivo del Novara, ha rilasciato un’intervista in esclusiva in vista della partita contro la Juventus U23

Lo scorso dicembre il Novara ha tagliato il nastro di partenza di una nuova era, caratterizzata dal passaggio di proprietà che ha portato alla ridesignazione dell’organigramma della società. A prendere in mano la carica di direttore sportivo è stato Orlando Urbano, subentrato al posto di Moreno Zebi. Urbano ha dato il via così ad un nuovo capitolo della sua carriera professionale, dopo aver calcato per anni i campi del calcio professionistico. Cresciuto nel settore giovanile della Juve, nel quale ha vinto due Tornei di Viareggio, l’ex difensore ha vissuto anche la Prima squadra bianconera, nel 2003-2004 e nel 2006-2007 in Serie B. In vista della sfida di mercoledì contro la Juventus U23, valida per il recupero della 20ª giornata di Serie C, Urbano ha raccontato – in esclusiva a Juventus News 24 – le sue sensazioni alla vigilia dell’incontro con il suo passato.

Juventus U23 Novara è la sfida che va in scena domani pomeriggio allo stadio Moccagatta. Che partita si aspetta?

«I ragazzi devono dare le risposte che noi abbiamo chiesto come società. Ci aspettiamo un atteggiamento diverso da quello di Lecco. Un buon riscontro l’abbiamo avuto nella partita con il Monza, che è stata bugiarda dal punto di vista del risultato ma l’atteggiamento è stato positivo. Vorremmo delle conferme da parte del gruppo anche perché siamo in un momento delicato del mercato. La società deve valutare bene gli interventi da fare e io da direttore li devo considerare sul piano dell’atteggiamento e della voglia di fare. Quindi mi aspetto un qualcosa in più da parte dei miei giocatori».

Due sconfitte consecutive proiettano il Novara a questa partita. Siete obbligati a vincere?

«No, i ragazzi sono consapevoli che per quello che hanno fatto fino ad ora sono stati premiati e da parte loro vedo comunque la giusta serenità. Da parte nostra, come gruppo nuovo che si è insediato nel contesto societario, vorremmo capire anche in ottica futura chi riesce a darci quello che realmente vogliamo».

Osservando da vicino la Juventus U23, c’è qualcuno da tenere più a bada?

«Beh, assolutamente. A me è sempre piaciuto Muratore, un centrocampista che secondo me ha ottime qualità. Poi direi che tutto l’attacco della Juve è sempre da temere. Visto che stiamo parlando anche in ottica mercato, mi auguro che Lanini guardi di buon occhio il Novara…».

È più facile incontrare la Juve senza Mota Carvalho?

«Sì assolutamente. In effetti il Monza ha fatto un investimento importante per lui, quindi ben venga per la Juve che ha lavorato bene in questo senso. Il Monza però così si è rafforzato ancora di più, avendo già un organico da Serie B. Mi piace guardare in casa nostra: dobbiamo combattere fino alla fine per aggiudicarci l’obiettivo playoff e pensare alla partita contro la Juventus U23 con il massimo della concentrazione e della determinazione perché ha un organico importante».

La Juve monitora un vostro ragazzo: Tommaso Barbieri. Ne avete parlato?

«Sì, ho avuto diversi incontri anche amichevoli con la Juve avendo ottimi rapporti dopo la mia esperienza in bianconero. Mi sono incontrato amichevolmente con i dirigenti della Juve con i quali ho scambiato due battute. Offerte ufficiali al momento non ne ho ricevute dai bianconeri, però ne sto per ricevere da altri club. Posso augurare alla Juve che, se è veramente interessata, potrebbe aggiudicarsi il miglior giovane sul panorama nazionale a mio parere. È l’unico classe 2002 che gioca titolare tra i professionisti e tra l’altro è stato convocato anche con i 2001 in Nazionale ultimamente. Soltanto un top club potrebbe aggiudicarsi Barbieri oggi, ma per ora la Juve ancora non mi ha mandato un’offerta ufficiale. Con altri club ci stiamo già portando avanti».

Direttore anche lei è un prodotto del vivaio, quella esperienza le torna utile in questo suo nuovo percorso da dirigente?

«Certo, io devo ringraziare per tutta la vita l’esperienza che ho fatto alla Juve. Sono andato via di casa appena compiuti i 14 anni, quindi da bambino sono stato accolto in questa famiglia. Sono cresciuto, sono diventato uomo e quindi devo soltanto ringraziare per quello che ho fatto a Torino».

Nella stagione 2006-2007 giocò con Buffon, Nedved… ricorda qualche aneddoto in particolare?

«Sono particolarmente contento di aver fatto parte di quell’annata perché c’erano pochi giovani, in prestito in giro per l’Italia, che rientravano alla base e il fatto che avessero poi deciso di lasciarci nell’organico ci ha fatto nuovamente piacere. Per me è stato come vivere un sogno: condividere lo spogliatoio con giocatori del calibro di Buffon, Del Piero che avevano appena vinto il Mondiale e vederli allenarsi con il massimo dell’umiltà e della professionalità. È stato determinante perché oggi posso raccontare ai ragazzi e chi in futuro avrò il piacere di gestire come direttore quanto è importante il lavoro, la professionalità e l’attitudine, mantenendo l’umiltà anche se si è più forti degli altri. Questo me l’hanno insegnato grandi campioni come Nedved, Del Piero, Buffon, Camoranesi».

C’è qualche suo ex compagno che sente ancora?

«Con Chiellini ho un ottimo rapporto e con lui sono cresciuto insieme. Giorgio è del mio stesso anno, dell’84, e abbiamo fatto insieme tutta la trafila nelle giovanili della Nazionale: dall’Under 15 all’Under 19. Ci siamo poi ritrovati insieme alla Juve avendo già un rapporto amichevole e piacevole. Mi piacerebbe venirlo a trovare a stretto giro. Non vedo l’ora di riabbracciare anche Nedved, con il quale ho stretto amicizia nell’anno della Serie B con Deschamps. È stato un punto di riferimento importante per me».

Con Marchisio avete vinto insieme due volte il Viareggio… Che ricordi ha di quegli anni?

«Non vorrei dimenticare nessuno. Con Marchisio ho sempre avuto un’amicizia fantastica, ma anche con Palladino, Mirante, Paro. Dell’ambiente Juve ricordo tutto in modo fantastico: dai giocatori allo staff, fino ad arrivare ai magazzinieri. Claudio lo sento tutt’ora con enorme piacere. Ho un ricordo fantastico di tutti. Recentemente ho incrociato un suo amico e mi ha detto che voleva incontrarmi in questi giorni. Abbiamo mantenuto un buon rapporto con tutti e questo aspetto mi riempie d’orgoglio. Ho trascorso sei anni nel settore giovanile, un anno in Prima squadra con Lippi e uno con Deschamps. È stata la parentesi più importante».

Insomma, sarà la sua prima volta da ex contro la Juve. Emozionato?

«Devo essere professionale e obiettivo: sono focalizzato sul mio gruppo. Siamo subentrati in società il 22 dicembre e in questo momento la mia ambizione è legata alla voglia di dimostrare che posso stare in questo mondo da dirigente e che posso farlo in maniera redditizia e professionale per il Novara. Giocare contro la Juve ha sicuramente il suo fascino, visto che rivedo da vicino quello che ho fatto per tanti anni con loro. Non posso farmi confondere però, perché i miei colori sono quelli del Novara ora ma a fine partita andrò a riabbracciare i miei vecchi amici».

Si ringraziano il direttore sportivo Urbano e il Novara per la gentile concessione dell’intervista

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