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Pagelle Norimberga Juve: il MIGLIORE, la SORPRESA e il DUBBIO
Pagelle Norimberga Juve: il MIGLIORE, la SORPRESA e il DUBBIO dopo la sconfitta nella prima amichevole col Norimberga
E’ Adzic il miglio giocatore della Juve visto nella sconfitta in amichevole contro il Norimberga. La sorpresa, invece, è Weah mentre il dubbio è la difesa. A spiegarlo è Tuttosport nelle sue pagelle.
IL MIGLIORE – Che il giovanissimo Adzic avesse personalità da vendere nonostante appena 18 anni si era già capito dalla prima intervista italiana nel ritiro tedesco appena concluso. A Norimberga l’ha dimostrata in campo con grinta e approccio da veterano: tali doti le ha mostrate in entrambi le fasi di gioco, non soltanto in quella offensiva, perché spesso è andato ad aggredire il portatore di palla avversario per cercare di recuperare il possesso. Dunque un secondo tempo dal peso specifico importante il suo. E nelle geometrie ha già fatto capire di poterci stare a certi livelli, da sottopunta con licenza di svariare su tutto il fronte d’attacco. Dal suo piede, non a caso, parte l’azione che porta al calcio di rigore su Weah poi fallito da Vlahovci. Certo Adzic resta un diamante da sgrezzare: va dato il tempo giusto al giocatore di crescere senza troppe pressioni (anche se alla Juventus non è semplice) e all’allenatore di lavorarci con calma e in maniera metodica. Sono bastati 45 minuti, tuttavia, per comprendere che se il montenegrino compirà quel salto di qualità ulteriore che Motta ha chiesto ai giovani allora sarà difficile vederlo all’opera in Next Gen. Il tocco di palla c’è, l’aggressività anche, i margini di miglioramento pure.
LA SORPRESA – Lo avevamo lasciato da punto interrogativo alla fine della passata stagione da alternativa sulla fascia destra nel 3-5-2 della precedente gestione tecnica. Ieri abbiamo ritrovato Weah decisamente diverso, più a suo agio in ruolo che evidentemente gli consente di esprimere meglio il suo potenziale. La sorpresa in positivo del difficile pomeriggio di Norimberga per la Juventus è senza dubbio l’americano figlio d’arte: da esterno alto nel 4-2-3-1 Tim spinge e convince. E si procura anche un rigore. L’aspetto incoraggiante della prestazione di Weah è la determinazione che ha messo nei 45 minuti in campo concessi da Thiago Motta nella ripresa. Una energia che è piaciuta parecchio al tecnico che infatti ha elogiato l’atteggiamento dello statunitense nell’intervista postpartita. Avvicinandosi alla porta può far valere la rapidità nello scatto breve e rappresentare per gli avversari una spinta nel fianco costante per il terzino sinistro di turno. Nonostante sia uno degli ultimi ad essersi aggregato dopo gli impegni con le Nazionali e le vacanze, Weah ha dimostrato di tenerci alla maglia della Juve e di volersi meritare la fiducia di Motta.
IL DUBBIO – Tra i dubbi di questa prima uscita non avrebbe senso e nemmeno sarebbe giusto citare Vlahovic. L’attaccante serbo è in cerca della condizione e anche ai più grandi può capitare di sbagliare un calcio di rigore. Sono altri i dettagli da giudicare, in particolare nella fase difensiva che sembra essere l’aspetto – tra i tanti – sul quale il tecnico dovrà lavorare maggiormente. Non è una questione di errore tecnici, anche se ci sono: quello per il gol che ha sbloccato il risultato è evidente, così come ci sono state delle imprecisioni nelle posizioni sulle due reti ravvicinate nel finale di partita. Da un certo punto di vista forse è meglio così: le lacune che sono venute fuori, se prese nel verso giusto, aiuteranno a comprendere dove e come intervenire subito. I meccanismi andranno oliati, è fuor di dubbio. La squadra si allena soltanto da un paio di settimane, mancano ancora parecchi titolari e le incertezze sui giovani sono naturali e forse pure necessarie. Ma se Thiago Motta aveva chiesto ai suoi di osare nella propositività in fase di costruzione, in quella difensiva si è visto qualche scricchiolio di troppo che dovrà subito essere messo a posto.