Pasqualin: «I miei retroscena, tra Vialli e Del Piero» - ESCLUSIVA
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Pasqualin: «I miei retroscena, tra Vialli e Del Piero» – ESCLUSIVA

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Claudio Pasqualin, noto procuratore sportivo, illustra la sua visione sulla ripresa del campionato e sul mercato di casa Juve

Claudio Pasqualin è stato un pilastro tra i procuratori sportivi in Italia. Nella sua scuderia tanti ex bianconeri, due su tutti Alessandro Del Piero e Gianluca Vialli. Intervenuto in esclusiva ai microfoni di Juventusnews24, Pasqualin parla della ripresa della Serie A, raccontando qualche aneddoto relativo alla sua carriera.

Tiene banco ancora in Italia la discussione sulla ripresa della Serie A, mentre in Bundesliga si riparte. Qual è il suo auspicio?

«Io spero che si possa ripartire e già il fatto di riprendere gli allenamenti di squadra è un passo avanti. E’ sbagliato però che alla prima positività, fermi tutti. Così ritardi tutto. Mentre adesso riprende la Bundesliga e i due che sono stati trovati positivi si fanno la quarantena, i loro compagni riprendono, per il beneficio delle televisioni e per lo stato mentale del popolo tedesco, sia pur con l’innaturalità delle porte chiuse, i tifosi tedeschi si lustreranno gli occhi per un po’. In Germania si è un po’ riacceso il motore della vita, perché si muore di COVID ma anche di fame e in qualche modo si deve ripartire».

Venendo ad uno dei giocatori più iconici della sua scuderia, è vero che Alessandro Del Piero era vicinissimo al Parma nel 1994?

«Era già fatto il passaggio al Parma. Noi facemmo scudo con il nostro corpo (Andrea D’Amico ed io). Se da una parte era più facile dire di no a Pastorello che rappresentava il Parma, dall’altra era più difficile dire no a Moggi che rappresentava alla Juve. Fummo anche favoriti dal fatto che nel trasferimento rientrasse Dino Baggio, però non fu facile fa saltare una roba che era già fatta. Una volta tanto un ragazzo, un ragazzino perché tale era Alessandro, fece saltare un qualcosa che due società importanti avevano già concordato. E cambiò la storia del calcio italiano, perché chissà come sarebbero andate le cose… si trattava solo di un prestito, però…».

Gianluca Vialli, un giocatore che ha dimostrato una forza incredibile in campo, ma forse ancor di più fuori. Ci racconta un aneddoto legato a Vialli?

«Di Gianluca ricordo la sua professionalità, sia quando doveva scendere in campo che quando doveva andare in conferenza stampa. Ricordo che quando era al Chelsea andavo quasi ogni domenica a vederlo, ed allora faticava ad ingranare, stette a digiuno per qualche partita. Ricordo che quando segnò il primo gol vennero tutti a valanga su di me a congratularsi perché mi conoscevano. Altro ricordo legato a Vialli è quello della semifinale di Coppa delle Coppe tra il mio Vicenza di cui sono tifoso ed il suo Chelsea. All’andata vinse il Vicenza 1-0 con gol di Zauli al Menti. Allo Stamford Bridge accanto a me c’era il compianto Mike Bongiorno il quale mi diceva: “Ma lei è il procuratore di Vialli, perché tifa Vicenza?”. Ed io risposi: “Perché sono tifoso. Ma lei è italiano sì? Perché tifa per il Chelsea?”. Lui mi disse perché era amico di Vialli e io gli dissi che se vogliamo io ero più che amico. Quella partita la vinse proprio lui. Lui aveva visto che quel giorno Viviani era fuori onda, e lo puntava sempre e ha fatto un paio di assist. Io ho sofferto quel giorno e mi scontravo con Mike Bongiorno».

E del suo periodo alla Juventus?

«Mi ricordo sempre pensando a Vialli quando il presidente del Glasgow Rangers, David Murray, si spinse fino a Torino con il suo aereo personale. Io gli dissi di non venire perché Vialli non voleva andare al Glasgow Rangers, poi andammo ad accoglierlo proprio noi alla zona dei voli privati dell’aeroporto di Caselle e parlammo a lungo e poi il presidente se ne ritornò scornato in Scozia, perché Vialli aveva scelto il Chelsea».

I tifosi bianconeri sognano il grande ritorno di Paul Pogba. Per lei è possibile rivedere il francese con la maglia della Juventus?

«Ho sempre avuto questa sensazione. Potrebbe essere già da questa estate se si trovano le pedine di scambio giuste perché dobbiamo dimenticarci delle cifre milionarie. Io credo che già quest’anno possa essere il tempo giusto per il ritorno di Pogba alla Juve. La volontà del calciatore è molto importante e quella di Pogba è nota da tempo. Io continuo ad avere questa sensazione, prima o poi tornerà a Torino».

Le voci nell’ambiente bianconero, invece, parlano di una separazione a fine stagione con Rabiot, viste le ultime vicissitudini. Dove potrà condurlo mamma Veronique?

«La mamma deve fare attenzione. Io non so perché venga tollerata, non si può operare se non si è iscritti, si rischia anche per il calciatore. La Juve è la Juve, io non credo che un atteggiamento così sia privo di conseguenze. Poi Rabiot non è Ronaldo».

In casa Juventus è tornato Gonzalo Higuain. Sono tante le voci di mercato sull’attacco bianconero e il Pipita non viene risparmiato da possibili scenari. Lei punterebbe ancora sull’attaccante argentino?

«La Juve è la Juve e deve sempre migliorarsi. Probabilmente se avessi l’occasione cercherei di valutarla. Sia chiaro che Higuain è un giocatore di grandissimo livello. Ce ne sono altri che possono avvicinarsi al suo livello. Lo stesso Milik lo prenderei in esame. Per carità poi conosce l’ambiente e tutto, anche se il contratto gli va in scadenza il prossimo anno, quindi facendo bene i conti seppur molto relativizzati, se avessi l’opportunità di sostituirlo, in modo degno però, la prenderei in considerazione».

Si ringrazia Claudio Pasqualin per la disponibilità e la cortesia mostrate in occasione di questa intervista

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