News

Perché il derby per la Juve non è l’unica cosa che conta

Pubblicato

su

La gara contro il Torino sarà più importante per il campionato che per il significato che porta con sé: ai cugini lasciamo il trionfo della retorica. Perché in casa Juve contano solo i fatti

Ci voleva un mezzo passo falso in Champions League per far svegliare gli anti-juventini dal loculo. Le critiche feroci nei confronti di Allegri, il gol in millimetrico fuorigioco di Gonzalo Higuain, la solita ironia sulle prestazioni della squadra in Europa e persino il ridicolo tentativo di mettere in discussione la vittoria di Firenze. Ci ha pensato il vicepresidente viola Salica, a distanza di sei giorni dal match del Franchi, a tirare fuori il solito ritornello della Juve che protesta, della Juve che condiziona le direzioni arbitrali, della Juve che orienta il comportamento dei direttori di gara e degli addetti al Var. Un film già visto, rivisto e stravisto. E non è un caso che questo polverone si sia sollevato a pochissimi giorni dal derby. Un derby nel quale tutta Italia tifa Toro, un derby che la Juve affronta come al solito: quella contro i granata sarà solo una tappa che dovrà condurci al settimo Scudetto consecutivo. Nulla di più. La retorica, con annesse trite e ritrite caricature della classe operaia che sconfigge il padrone, la lasciamo ai nostri cugini. Che, a parole, vincono tutte le stracittadine. E va benissimo così: continueremo a lasciarglielo fare, peccato solo che non ci sia più Sinisa Mihajlovic, che negli ultimi derby è stato il nostro più valoroso alleato (ma lui ancora non lo sa).

Torino-Juventus sarà una gara importantissima soprattutto per le ragioni di campo. Allegri vuole vedere che reazione avrà la squadra dopo il Tottenham. Il pareggio, qualche ferita, l’ha purtroppo lasciata. Nel mirino della critica ci è finito il 4-2-3-1, ma niente paura: in campionato si ritorna al 4-3-3. Con Bentancur, Marchisio o Sturaro. Insomma, con uno in più che protegga le spalle ad una difesa troppo vulnerabile contro gli Spurs. Non sarà ancora la partita di Paulo Dybala, ma dovrà necessariamente essere quella del riscatto di Alex Sandro, decisamente anonimo in coppa e ancora lontanissimo parente del giocatore folgorante ammirato nell’ultimo bienno, ma soprattutto di Gigi Buffon, chiamato a cancellare le feroci critiche per il gol incassato su punizione da Eriksen. Lui, come la Juve, è sempre il bersaglio preferito di tutti i detrattori bianconeri. Ma va bene così: meglio far bene e lasciar dire, a maggior ragione quando chi parla ha il cuore granata (o quello viola, come nel caso di Salica). Anche questa è la filosofia di casa Juve, dove i fatti contano più delle parole.

Exit mobile version