Perin si racconta in “Tra le linee”: «Dobbiamo seminare, serve pazienza e la Juventus arriverà ai suoi obiettivi. Thiago Motta e il mio ruolo: vi racconto tutto» – VIDEO

Perin si racconta in “Tra le linee”, format di Juventus Creator Lab e Cronache di Spogliatoio: le parole del portiere

Mattia Perin, portiere della Juventus, si racconta in “Tra le linee”, nuovo format di Juventus Creator Lab e Cronache di Spogliatoio. Le dichiarazioni.

SECONDO PORTIERE – «L’ho già detto in conferenza, mi sento un co-titolare, ma come tutti i miei compagni. Siamo 24/25 titolari, stiamo dimostrando che tutti possono giocare al posto di chiunque. Questo ti porta a una competitività interna che fa benissimo al gruppo, il livello si alza moltissimo. Si deve andare verso quella direzione nel calcio. Si gioca troppo, probabilmente è vero, ma se hai titolari che si possono alternare non ci sarà più chi fa 60/70 partite in un anno. Secondo me è un punto di vista da cui creare qualcosa».

PERCHE’ E’ RIMASTO ALLA JUVE – «Non mi piace autoreferenziarmi, ma essendo uno di quelli che c’è da più tempo se ci sono responsabilità me le prendo. Credo di aver costruito una figura di affidabilità. Ci ho messo impegno, alla fine i risultati arrivano. Ho avuto richieste che mi lusingano, mi fanno capire che sto facendo bene, che le persone che guardano mi gratificano. Ma giocare per questo club, indossare questa maglia, con questa pressione che mi dà un furore agonistico, mi permette di venire a migliorarmi giorno dopo giorno. Ho vinto una Coppa da protagonista, magari giocando di più in altri club non mi sarebbe potuto capitare».

CAMBIAMENTO – «La maturità, ma non rinnego la parte selvaggia. Mi ha dato equilibrio lavorare su di me dal punto di vista mentale, non c’è solo un Mattia. Mi piace ascoltarmi e sentire di cosa ho bisogno, 3-4 volte a settimane medito. La ricerca dell’equilibrio mi fa vedere le cose sotto più punti di vista».
 
MEDITA PRIMA DELLE PARTITE – «Lo faccio in camera, isolato, mi prendo 20-30 minuti per meditare, faccio respirazione».
 
AVERE UN MENTAL-COACHING – «Me l’ha consigliata il mio agente Alessandro Lucci, ero in un periodo dove pensavo di smettere a 26 anni, dopo tanti infortuni. Ho imparato l’umiltà del lavoro su te stesso ed è una figata».

COMPAGNO DI THIAGO MOTTA – «Il mister è stato un anno, io avevo 16 anni ed era il primo anno che andavo in prima squadra. Potevo ammirarlo come calciatore, era fantastico. Era l’anno di Milito, un’annata incredibile. Non pensavo diventasse allenatore, era troppo presto».

MOMENTO JUVE – «Io la vedo come un’opportunità. Nelle crisi si tira fuori il meglio, si migliora. Devi lavorare, passa tutto da quello. Bisogna sapersi connettere tra di noi, è una cosa che stiamo facendo e che miglioreremo. Il mister la sta gestendo con tranquillità, questo ci dà tranquillità. Non ci piangiamo addosso, a Lecce volevamo vincere. Con il Bologna anche giocavamo per vincere. Non perchè siamo la Juventus, ma perchè crediamo in quello che facciamo. Dobbiamo puntare a vincere passando attraverso questi momenti qui. Dobbiamo seminare. So che la Juventus è abituata a vincere subito, è il più grande club d’Italia con Inter e Milan. I tifosi sono abituati molto bene, ma ci vuole un po’ di pazienza. Siamo giovani, di grandi giocatori e grandi uomini. Anche i più giovani sono seri, tutto mi porta a pensare che non so quando ma arriveremo a tenere i nostri obiettivi».

PERIN IN ALLENAMENTO – «Tanti compagni non mi sopportano in allenamento. Locatelli mi odia e fuori siamo amicissimi. So di essere pesante, ma se mettessi quella mia parte da parte non performerei allo stesso livello».

DISCORSI PRE-PARTITA – «Leggo tanti libri sulla spiritualità e vedo tante cose che mi hanno fatto bene. Con parole semplificate cerco di portare nello spogliatoio. A volte sono robe epiche. A volte si alza tantissimo l’energia, altre… (ride ndr.)».