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Platini: «Io e Maradona come Messi e Cristiano Ronaldo»
Sono tante le voci che stanno ricordando Diego Armando Maradona e una delle più autorevoli è senza dubbio quella di Platini
Michel Platini è stato protagonista in Italia insieme a Diego Armando Maradona. Ecco il suo ricordo sulle pagine de Il Mattino.
SFIDE – «I giornalisti italiani le chiamavano sfide. Tra me e Maradona, tra me e Zico… Ma erano confronti tra le squadre, non tra i giocatori»
DIFFERENZE – «E anche sotto questo aspetto eravamo diversi: più attaccante lui, una seconda punta».
INSIEME IN CAMPO – «Magari sarebbe stato Maradona a giocare con Platini… Assolutamente sì e ci siamo andati anche vicini, era il 1986 e il direttore generale del Napoli era Allodi. Ma quando un calciatore decide di chiudere la carriera deve farlo nella squadra con cui ha compiuto un lungo tragitto: è accaduto con me alla Juve e con Maradona al Napoli e spero accada con Messi al Barcellona».
JUVE NAPOLI – «Quanto piace a voi l’idea della sfida… Maradona ha segnato una parte della mia vita perché siamo stati per alcuni anni due giocatori saliti sul tetto del mondo, così come è accaduto anni dopo a Cristiano Ronaldo e Messi. È stata una rivalità bellissima. Tra due squadre, ripeto. Non tra due calciatori e due uomini».
SFIDE SCUDETTO – «Le partite a Napoli erano avvincenti, uno spettacolo fin dal giorno prima, con i tifosi che ci aspettavano in aeroporto e davanti all’albergo, poi quelli che incontravamo la domenica nel tragitto verso il San Paolo. Era il posto giusto per Maradona». Lui era grande e Napoli lo ha fatto ancor più grande perché gli dato l’orgoglio di rappresentare un popolo. Ed era così anche con l’Argentina, che andò a giocare – ricordatelo sempre – la partita contro l’Inghilterra ai Mondiali in Messico con il desiderio di vendicare la guerra per le Malvinas. Maradona ha scritto la storia del Napoli con gli scudetti e la Coppa Uefa, portando in alto una squadra che soltanto pochi mesi prima del suo arrivo lottava per non retrocedere. Bravo anche Ferlaino a costruire un grande club, prendendo tanti calciatori di valore, da Bagni a Careca».
PLATINI – «Io sono nato in Francia e qui la pressione che genera il calcio non è quella di Napoli o dell’Argentina. Ecco perché Diego era perfetto per quelle due squadre e per quelle due tifoserie».
EREDITA’ – «Quella di un calciatore immenso che resta nella storia per il suo gioco e il suo amore per il calcio. Amore infinito».
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