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Pogba Juve: la linea del club non cambia, futuro segnato per il francese. I tre motivi che portano alla separazione
Pogba Juve: la decisione del club bianconero è ormai stata presa per il futuro del centrocampista. Tre motivi che portano alla separazione
La Juventus è andata avanti, ha guardato oltre, ha gettato le basi per un nuovo progetto. E in questo nuovo ciclo non c’è spazio per Paul Pogba. Il centrocampista francese continua a lanciare messaggi, strizza l’occhio al club bianconero dopo la riduzione della squalifica da parte del TAS di Losanna da 4 anni a 18 mesi: si è fatto vedere all’Allianz Stadium in occasione di Juve Cagliari, poi ha convocato a Parigi nella giornata di ieri diversi media – senza l’autorizzazione del club – per rilasciare dichiarazioni decise sulla sua voglia di indossare di nuovo la casacca bianconera da marzo 2025. «Sono disposto a rinunciare anche a dei soldi pur di giocare ancora nella Juve»: Paul ha ribadito così la sua posizione, quella di rimanere a Torino e riscrivere un 3.0 con la Juventus. Certo, il Pogba prime, l’extraterrestre visto dal 2012 al 2016, può illudere alcuni tifosi desiderosi di provarci almeno, di concedergli una nuova chance ad ingaggio ridotto. Ma quel Polpo è solo un lontano ricordo. E alla domanda se sia cambiato qualcosa dopo i segnali d’amore del giocatore alla Vecchia Signora, beh, la risposta è no. La linea non cambia.
Pogba Juve: i tre motivi che portano alla separazione
La Juve ha allacciato i contatti con l’entourage del giocatore da diverse settimane per una risoluzione consensuale del contratto, in scadenza il 30 giugno 2026. E il piano del club non cambierà nemmeno se Paul dovesse opporsi, perché in quel caso si andrebbe nella direzione di una rescissione. Perché: i motivi sono più di uno. Pogba non rientra nel progetto tecnico della Juventus e di Thiago Motta. La società ha avviato un’opera di rinascita, partita in estate con l’avvento di TM in panchina e proseguita con il passare delle settimane e del mercato con l’addio di alcuni giocatori importanti come Szczesny, Chiesa, Rabiot e Alex Sandro. Un modo per chiudere i conti con il passato e ripartire dai giovani, da un nuovo ciclo. Ecco perché, tenere aperto uno spiraglio per Paul significherebbe contraddire il neonato percorso appena intrapreso. Qui si collega anche un discorso economico, perché da marzo 2025 l’ex Manchester United tornerebbe a percepire i circa 10 milioni di euro annui di stipendio. Una cifra che oltrepassa i paletti imposti dal club e mina il discorso di sostenibilità portato avanti con grande successo dal direttore Cristiano Giuntoli. Ma se Pogba ha detto che sarebbe disposto a ridursi l’ingaggio pur di rimanere a Torino, quindi? Quindi subentra l’ultimo punto, che chiude il cerchio del nostro focus e riprende l’incipit. Anche se il giocatore ha fatto dei disperati passi verso la Juve, la Juve è andata avanti, lo considera fuori dal proprio progetto tecnico anche perché il lungo periodo di inattività tra infortuni, ricadute, operazione, nuovi acciacchi fisici e squalifica non garantisce certezza su come tornerà in campo il calciatore e in quale condizione. Per questo le porte di una destinazione esotica quale MLS o Saudi Pro League potrebbero farsi sempre più concrete.