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Porto campione d’Europa, Allegri salvo in C2
Mentre Allegri conquistava la salvezza in C2 con l’Aglianese, il Porto di Nuno Espirito Santo vinceva la Champions
Il 2004 è un anno da “ricordo al futuro”. E c’è un’istantanea che ci fa capire quanto questo Porto-Juve di mercoledì sera in realtà parta da molto più lontano. Nel 2004 i lusitani allenati da Josè Mourinho (quello prima versione, all’origine del mito) conquistano a sorpresa la Champions League. All’ “Arena aufSchalke” di Gelsenkirchen va in scena forse la finale più inaspettata dell’epoca moderna: Porto-Monaco 3-0, decidono Carlos Alberto, Deco, Alenicev. Duemila chilometri più lontano, anche se la distanza (metaforicamente parlando) è molta di più, c’è Agliana, una cittadina di 17 mila abitanti in provincia di Pistoia. Qui la squadra di casa, l’Aglianese, gioca con la maglia neroverde, un pò in stile Sassuolo, anche se l’epopea del Sassuolo deve ancora cominciare del tutto. Massimiliano Allegri, star della squadra ha deciso l’anno prima di appendere gli scarpini al chiodo per cominciare a fare quello che già faceva in campo: l’allenatore. La prima stagione in assoluto da mister, sulla panchina dell’Aglianese, è però più difficile del previsto. Si fa fatica a confermare l’ottavo posto in C2 conquistato nel campionato precedente (stagione 2002/03). Anzi all’ultima giornata Allegri e i suoi devono vincere per salvarsi direttamente e non passare attraverso la roulette dei play-out.
DA MONTE SANSOVINO A OPORTO – La partita decisiva si gioca a Monte Sansovino, provincia di Arezzo, 8 000 abitanti in tutto, ma con uno stadio da poco più di 2 000 posti. Finisce 2-1 per l’Aglianese: Max Allegri può festeggiare la prima salvezza in C2 della sua carriera. E’ il 6 maggio 2004, 20 giorni dopo si gioca la finale di Champions. Il Porto di Mourinho, dopo aver già fatto fuori Manchester United, Lione e Deportivo La Coruna (giustiziere quell’anno di Juve e Milan) si impone seccamente anche sul Monaco di Didier Deschamps. L’altro protagonista della sfida di mercoledì, l’attuale allenatore dei portoghesi Nuno Espirito Santo assiste a tutta la sfida dalla panchina, nel ruolo di secondo portiere dietro a Vitor Baia. L’uno diventa Campione d’Europa, l’altro ha appena festeggiato la salvezza in C2. E’ l’istantanea che tredici anni dopo probabilmente nessuno dei due si sarebbe mai sognato di ricordare.