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Prandelli: «No alla Juve? Volevo portare un titolo alla Fiorentina. L’Heysel…»
Cesare Prandelli ha rilasciato un’intervista, parlando di Juve e di quel passaggio sfumato in bianconero dopo la Fiorentina
Ai microfoni del Corriere dello Sport, Cesare Prandelli ha svelato alcuni retroscena sul suo mancato passaggio alla Juventus. Parole importanti, anche, sulla tragedia dell’Heysel. Di seguito riportato un estratto delle sue parole.
IL NO ALLA JUVE – «Un giorno, dopo cinque anni e quattro qualificazioni in Champions, lascio la Fiorentina? Chiariamo: non lascio la Fiorentina, sono lasciato. Avevo ancora un anno di contratto. Mi dissero che avrebbero ridimensionato e che io, allenatore ambizioso, potevo andare dove volessi. Due giorni dopo leggo un’intervista di Diego Della Valle che mi dà del traditore perché volevo andare alla Juve. Era vero che la Juve mi voleva, ma io amavo la Fiorentina, volevo portare un titolo in bacheca. Chiamai Bettega e gli dissi che non se ne faceva più niente. Quello tradito ero io. Forse ero diventato troppo popolare, davo fastidio».
L’HEYSEL – «Ho giocato otto minuti in quella partita. Ricordo uomini, donne, bambini che correvano terrorizzati in campo. Li facemmo passare da dentro il nostro spogliatoio. Scappavano passando davanti ai loro idoli, Platini, Boniek, senza nemmeno guardarli. Noi giocatori non avevamo visto niente, solo la folla che ondeggiava. Poi, arriva Boniperti e dice: “Ci sono due morti là fuori, non permetterò alla mia squadra di giocare questa partita”. Invece abbiamo giocato e qualcuno ha pure esultato perché fu il delegato Uefa a imporcelo per motivi di sicurezza. Pensavamo che la partita sarebbe stata interrotta a fine primo tempo. Ci dissero invece che doveva finire e che non ce ne sarebbe stata un’altra. Io non ho esultato per la vittoria e posso garantirti che nessuno di quella Juve vuole quella Coppa. I premi partita li abbiamo devoluti alle famiglie».