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Primavera, cosa lascia Juve-Inter: i possibili campioni del domani – VIDEO

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Il match fra Juventus e Inter ha raccontato la vittoria dei nerazzurri: ecco i possibili campioni del domani

Il campo ha decretato il vincitore dopo il pareggio ricco di gol dell’andata. Ciò che però più conta a livello giovanile non è il risultato di una partita o l’andamento di un torneo. L’aspetto fondamentale è la crescita costante dei giovani a disposizione, con l’obiettivo principale dell’inserimento nel calcio dei grandi. Non basta il talento, senza dubbio componente fondamentale, per approdare con riscontri positivi nelle categorie maggiori. È necessaria la voglia di arrivare e di migliorarsi giorno dopo giorno in allenamento. Juventus e Inter, al netto di assenze e momenti no, hanno messo in mostra alcuni possibili futuri protagonisti della massima serie.

Tre promesse bianconere

Hans Nicolussi Caviglia è sicuramente l’esempio più evidente. Classe 2000, dopo la scorsa stagione in Primavera, ha iniziato l’annata da pilastro degli undici titolare di Baldini. Gli son bastati cinque mesi per conquistare il salto di categoria in Under 23 a suon di prestazioni positive ripetute anche nei minuti giocati agli ordini di Zironelli.

Un altro ragazzo colmo di talento è il 2001 Nicolò Fagioli più volte elogiato da Massimiliano Allegri. La tournée in USA con i grandi prima, l’acquisizione di consapevolezza in Primavera e qualche presenza con l’Under 23. Nell’ultimo periodo in leggera flessione per qualche acciacco fisico, ma la classe è sicuramente cristallina.

Manolo Portanova sta trascinando a suon di reti (11) e assist (7) la Juventus Primavera. Centrocampista fisico con doti di inserimento fuori dal comune e grande senso del gol. La mezzala nata nel 2000 è una delle colonne di Baldini: con la cura giornaliera delle proprie abilità e il lavoro su ciò che va migliorato, il futuro sarà sicuramente dalla sua.

I giovani nerazzurri

Ha impressionato nella vittoria al campo Ale&Ricky di Vinovo per le doti fisiche e tecniche capaci di indirizzare il match in qualsiasi momento. Eddie Salcedo, centravanti della nazionale azzurra classe 2001, pare quasi un predestinato. Destro, sinistro, tagli repentini in profondità e stacco di testa perentorio.

Marco Pompetti ha il calcio nel sangue. Centrocampista di governo di piede mancino ma abile anche con il destro. Cambi di gioco, pericolosità costante da calcio piazzato. Nato nel 2000, ma già un veterano per come guida la squadra.

Il più piccolo del sestetto è Sebastiano Esposito. Attaccante del 2002 nato per il gol, ma intelligente nel capire l’importanza del sacrificio in funzione del risultato di squadra. Si sta imponendo tra i più grandi a suon di prestazioni più che positive.

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