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PUNTO A CAPO – de Ligt, la forza, il coraggio e il futuro
Ferito ma indomito, a Bergamo de Ligt si è preso la Juve con una prestazione monumentale. Il futuro è in buone mani
Provate voi a giocare a calcio con una spalla lussata. Non è una passeggiata, c’è chi chiede il cambio per molto, molto meno. Lui invece non ha avuto dubbi. «La barella non mi serve, io non esco» il suo avviso ai soccorritori, tra la preoccupazione dei compagni e la sorpresa di Demiral – che aveva accelerato le operazioni di riscaldamento per l’eventuale sostituzione -. Matthijs de Ligt in quel momento si è preso la Juve. Non solo per quei tre salvataggi clamorosi e una prestazione chielliniana.
Ma soprattutto per la decisione di non abbandonare i compagni di squadra in un momento complicato. Rimanendo in campo a lottare, con una spalla lussata, stringendo i denti perché c’era bisogno di lui. Di forza fisica ne ha da vendere, la personalità non gli manca ma a Bergamo ha dimostrato anche quello spirito di sacrificio che spesso conta più di tanto altro. Lo stesso che anima Chiellini, in campo sempre e comunque nonostante ferite, sanguinamenti e turbanti sulla testa. C’è ancora parecchia strada da fare, e de Ligt commetterà ancora molti errori, ma il futuro della difesa juventina sembra in buona mani.