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PUNTO A CAPO – Sarri e la sostenibilità del tridente offensivo

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Il tridente ha già convinto i tifosi e stuzzica Sarri, per renderlo sostenibile servono equilibrio e garanzie tattiche

Dal bar al campo il passo è breve, e nel secondo tempo a Leverkusen il tridente offensivo si è dimostrato un’arma decisiva per questa Juve. Non è la prima volta e non sarà l’ultima, ma se i tifosi non vedono l’ora di rivedere in campo Ronaldo, Dybala e Higuain, Sarri è ben più pragmatico e prudente. Tridente sì, ma con cautela, e fino a questo momento solo a gara in corso. Non è una questione tecnica ma più tattica e di opportunità. Per sostenere il peso offensivo di tre giocatori poco inclini alla fase difensiva serve una disponibilità che ti può dare solo un centrocampo di un certo tipo e un equilibrio che secondo Sarri in questo momento la Juve può garantire solo a gara in corso, con gli avversari più stanchi e i ritmi più bassi.

Non c’è più Mandzukic a tutta fascia, solo un bel ricordo Vialli, Del Piero e Ravanelli. I paragoni, anche quelli con il 4-3-3 delle altre big d’Europa, lasciano il tempo che trovano. Ronaldo e Higuain sono due attaccanti puri, Dybala puó arretrare fino a un certo punto, i dubbi di Sarri sono legittimati dalla propensione offensiva del trio portoghese-argentino, mentre con Bernardeschi oppure Douglas Costa il discorso cambia e anche di molto. Sarri ha capito che il tridente può essere una svolta tattica importante, ma per prima cosa deve essere sostenibile.

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