Hanno Detto
Rabiot: «Con Allegri grande feeling, ha una mentalità da vincente. Rinnovo? Ecco come stanno le cose»
Adrien Rabiot, centrocampista della Juventus, ha parlato tra futuro e presente in bianconero: ecco cosa ha detto
Intervistato da Dazn, Adrien Rabiot ha così raccontato la sua avventura alla Juventus e non solo. Ecco un’anticipazione riportata da Tuttosport.
THIAGO MOTTA – «Al Psg tutti erano bravi con me, ma avevo un rapporto particolare con Thiago Motta con cui giocavo a centrocampo. Già da allora immaginavo potesse diventare un allenatore perché aveva visione e parlava spesso di tattica. Lo sento ancora, ci salutiamo quando capita di incontrarci e ci sentiamo anche tramite messaggi».
ALLEGRI – «Avevo incontrato Allegri la stagione prima di arrivare alla Juve ed è lui che mi ha voluto qui, ma quando ho firmato, lui è andato via. Quando ci siamo ritrovati c’è stato fin da subito feeling. Venivo da sei mesi senza giocare, avevo ricevuto delle critiche e dovevo ancora adattarmi, ma sono cresciuto molto. Conosco la mentalità del mister, so cosa vuole da noi e il suo approccio vincente che condivido. Abbiamo parlato tanto durante la stagione e mi manda spesso anche dei messaggi… E lo fa pure quando sono in vacanza! Quando il mister negli ultimi minuti si arrabbia non possiamo non vederlo dal campo, ma anche questo aspetto di Allegri è positivo: vive le partite appieno e vuole rimanere in partita fino alla fine. Sono contento di portare la fascia di capitano soprattutto pensando alla storia di questo club. Il rinnovo? Ne parleremo più avanti».
JUVE-INTER – «Per lo scudetto vedremo cosa succederà: Allegri ha la mentalità vincente e la applica in ogni partita e ogni giorno ed è questo a renderlo un grande allenatore».
COME MIGLIORARSI – «Dopo una partita guardo sempre la mia prestazione per vedere i miei errori ma guardo pure le gare delle altre squadre per vedere come giocano, soprattutto a centrocampo e chi saranno i miei avversari».
IDOLO – «Il mio idolo è Steven Gerrard, un giocatore box to box in grado di fare un gol calciando da trenta metri e poi andare in scivolata per difendere la sua porta. Ai tempi era un giocatore già moderno. Il sogno? Scelgo la Champions perché credo sia la competizione più difficile da vincere».