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Raiola: «Haaland andrà via non per soldi. Vuole vincere»
Mino Raiola parla del futuro di Haaland, talento del Borussia Dormund e suo assistito. Le parole del procuratore
In una lunga intervista sulle pagine di Tuttosport, Mino Raiola ha parlato di Erling Haaland, suo assistito finito da tempo nel mirino della Juve. Le sue parole.
HAALAND – «Mi è stato segnalato e le prime volte l’ho osservato in tv, poi sono andato a vederlo ed è subito nato un feeling tra me e il ragazzo. Ho capito che la cosa fondamentale per il suo bene e la sua crescita era metterlo in condizione di giocare più partite possibili. Con il Salisburgo abbiamo trovato la squadra che giocava anche la Champions. Erling a vent’anni ha già dimostrato che sarà il nuovo bomber di riferimento della prossima epoca. E se ha già conquistato un premio del calibro del Golden Boy significa che le scelte si sono rivelate azzeccate, che già stanno portando i primi frutti».
BORUSSIA DORTMUND – «Non è mia abitudine rivelare retroscena o eventuali trattative di mercato quando si parla di un giocatore che è legato da un contratto pluriennale con un club. Haaland, nella fattispecie, ha firmato con il Borussia Dortmund fino al 30 giugno 2024. I giornali scrivono dell’interesse del Real Madrid? Beh, non è una novità. Anzi, dove sarebbe la novità? Haaland al momento si trova benissimo sia nel Borussia che a Dortmund. Ha l’ambizione di vincere la Champions League e con i suoi gol. Haaland, quando se ne andrà, non lo farà per soldi, bensì per fascino e ambizione».
PREZZO – «Ripeto: non è una questione di soldi. Ribadisco: lui sta bene dov’è. Se in un futuro volesse mai andar via, come spesso succede a tutti i calciatori e non soltanto ai miei, allora lo comunicherà al proprio agente che a sua volta avviserà il club di competenza. Perché è vero che i contratti sono fatti in linea di principio per essere rispettati, ma quello che conta di più, anche per le normative internazionali, è la volontà del giocatore. Non mi riferisco assolutamente alla rottura unilaterale del contratto, sottolineo solo quanto conti la volontà del calciatore. Faccio l’esempio di De Ligt, che a 17 anni era già capitano dell’Ajax. Dell’Ajax, capito? Bene, anche il Bayern lo cercava come pure il Barcellona. Ma noi abbiamo pensato che il club ideale per lui fosse la Juventus. Oggi posso affermare che la scelta è stata azzeccata».
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