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Raiola, il retroscena: «Ibrahimovic? Non andò via per Calciopoli»

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Mino Raiola fa chiarezza su uno degli episodi più discussi dai tifosi bianconeri: il passaggio di Ibrahimovic all’Inter non avvenne a causa dello scandalo di Calciopoli

Mino Raiola, uno di quelli che ha in mano le sorti del grande calcio- fra i suoi assistiti, oltre a Zlatan Ibrahimovic, ci sono anche i nuovi baby talenti Gigi Donnarumma e Moise Kean – torna a fare chiarezza sul suo passato. Annata 2005/06, al termine del Campionato sulla Juve di Capello e della “triade” Moggi-Giraudo-Bettega si abbatte il ciclone Calciopoli. Dopo la mazzata della retrocessione in B è diaspora di giocatori e, bandiere a parte (Buffon, Del Piero, Trezeguet, Nedved e Camoranesi),quasi tutti prendono le valigie e se vanno. Fra questi l’addio più discusso è quello di Zlatan Ibrahimovic ai diretti rivali dell’Inter per la cifra esigua di 24 milioni.

MOGGI – Calciopoli però con tutto questo non ha nulla a che vedere, almeno stando a cosa riferisce Raiola al Corriere dello Sport. «L’accordo con l’Inter venne raggiunto sei mesi prima. Non è vero che fu ceduto nel 2006 a causa di Calciopoli. L’antefatto? Risale al 2 novembre 2005, Champions League, Juve-Bayern 2-1, Ibra espulso all’89’ per doppia ammonizione. Moggi va su tutte le furie. E nello spogliatoio esplode con me: ‘Dì a Ibrahimovic che il prolungamento del contratto può anche ficcarselo nel c…’. Ti lascio immaginare la reazione di Zlatan. Se fosse stato ceduto in gennaio, l’Inter l‘avrebbe pagato 90 milioni di euro. Poi scoppiò Calciopoli e a Moratti costò appena 20 milioni

 

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