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Rampulla: «Agnelli-Conte? Antonio è sanguigno, difende i suoi uomini»

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Michelangelo Rampulla, ex portiere della Juventus, parla a cuore aperto del suo passato in bianconero e del momento del club

Michelangelo Rampulla ha rilasciato un’intervista al Corriere Torino. Le sue parole.

JUVE – «A Torino ho vissuto 18 anni bellissimi: dieci da giocatore e otto da allenatore dei portieri. Per due stagioni sono stato accanto a Ciro Ferrara in panchina. Mi manca far parte della Juventus».

JUVE SOGNO DI FAMIGLIA «Sì. Io sono originario di Scala di Patti, in provincia di Messina. Mio padre era juventino. Il nostro mito era Pietro Anastasi, un altro siciliano diventato bianconero. Avevamo un negozio di alimentari e iofacevo il garzone di bottega con mio fratello».

BUFFON SECONDO PORTIERE«Strano, perché è sempre il più forte di tutti. A 43 anni però è normale giocare di meno. La sua presenza è un valore aggiunto per la Juve».

GIORNATE PIU’ BELLA ALLA JUVE «Ricordo la semifinale di ritorno col Psg nel 93’ in Coppa Uefa. Poi la gara contro il Rosenborg in Champions nel ‘98: ho parato un rigore a cinque minuti dalla fine e ho messo la firma sul passaggio del turno»

GIORNATE DIFFICILI «La sconfitta contro il Perugia nel 2000 e quella contro il
Borussia Dortmund in finale di Champions nel ‘97. Le sento mie al cento per cento anche se non ho giocato».

CHAMPIONS 1996«Il gruppo. Nella Juve di Lippi i grandi campioni si
esaltavano a lavorare per la squadra. Avevamo una grande anima. Oggi alla Juve ci sono
giocatori molto forti, ma manca quello spirito. I tifosi non si aspettavano di vedere la Juve in balia del Porto per 80 minuti, ma il gol di Chiesa lascia tutto aperto».

JUVE RONALDO CENTRICA – «Ronaldo dovrebbe essere la ciliegina sulla torta di una
squadra forte. Molti giocatori soffrono la sua presenza: da quando è arrivato, Dybala è caduto in un limbo e ha perso autostima».

PIRLO – «Non aveva mai allenato prima della Juve e mi ha sorpreso che sia stato scelto per il dopo Sarri. Qualche battuta d’arresto ci sta, serve un po’ di rodaggio. Sono certo che possa diventare un grande».

CONTE«Antonio era un tifoso juventino, però il lavoro è lavoro.Èstrano vederlo all’Inter
dopo gli anni passati insieme, ma fa parte del gioco. La lite con Agnelli? Antonio è un sanguigno e difende i suoi uomini. Da noi giocavano calciatori che erano tifosi dell’Inter e del Milan, ma quando indossavano la maglia della Juve pensavano solo a quei colori».

IBRAHIMOVIC«Ci ho provato in tutti i modi nel ritiro di Pinzolo. Ho parlato con Ibra in seggiovia, c’era anche Tudor. Credo che Zlatan all’epoca volesse rimanere, ma era giovane, alla Juve non guadagnava tanto e l’Inter gli aveva fatto una proposta irrinunciabile».

VERRATTI«Me lo aveva segnalato Giuseppe Galderisi che nel 2009 allenava il Pescara in C1. Alla Juve cercavamo dei classe ‘92, ci piaceva anche Coutinho, ma costavano troppo. Però ci è andata bene con Ciro Immobile».

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