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Ravezzani: «Vlahovic, cifre ASSURDE per il suo rendimento. Mercato? Alla Juve MANCA questo giocatore» – ESCLUSIVA
Ravezzani in ESCLUSIVA: «Vlahovic, cifre ASSURDE per il suo rendimento. Alla Juve MANCA questo giocatore». Le sue dichiarazioni
Fabio Ravezzani, direttore di Telelombardia, è intervenuto in esclusiva a Juventusnews24.com. Le dichiarazioni del giornalista sui principali temi del momento in casa bianconera, dal campo al calciomercato Juve.
La rivoluzione sul mercato ha consegnato a Thiago Motta una squadra già da Scudetto? Qual è la sua “griglia” di inizio stagione?
«La mia griglia è abbastanza scontata: Inter, poi io metterei la Juve, poi il Napoli ed il Milan. Non credo molto nell’Atalanta, che continua a vendere i giocatori più importanti. E poi via via le altre».
Tanti i volti nuovi in casa bianconera: quale acquisto la incuriosisce di più?
«Sicuramente Douglas Luiz, perché credo che non ci siano vie di mezzo. O sarà il protagonista, perché è un giocatore di grande personalità, oppure questa personalità va a discapito della squadra, cioè vuole troppo palla e porta troppo palla e rischia di essere un comprimario. Su di lui credo che ci siano le ipotesi più affascinanti, nel bene o nel male».
Sul mercato tiene già banco il “caso” Vlahovic: la Juve rischia un Chiesa-bis. Può essere lui il giocatore attorno al quale costruire la Juventus del presente e del futuro?
«Vlahovic secondo me sì, è nella stessa situazione di Chiesa più o meno, pur avendo un apporto in campo più legato mi sembra all’ambiente ed alla maglia. Però è chiaro che un calciatore che ha voglia di costruire qualcosa con la squadra in cui milita, ad un anno e mezzo dalla scadenza del contratto, rinnova. E rinnova a cifre ragionevoli. Quindi sì, il rischio Chiesa esiste».
Ritiene l’attuale ingaggio del serbo adeguato rispetto alle prestazioni in campo?
«È ovvio che è stato pagato almeno il doppio di quello che ha reso. Io faccio sempre l’esempio, l’anno scorso, di Giroud. Vlahovic è stato il vice capocannoniere con 16 gol, Giroud ne ha fatti 14 e nessuno si è spellato le mani. Secondo me Vlahovic dovrebbe avere il buon senso di riconoscere di non aver reso in proporzione a quanto è stato pagato, una cifra assurda, e trovare un modo logico e anche un po’ affettivo nei confronti del club per prolungare il contratto a cifre più ragionevoli. Cioè: se quest’anno ne prende 12, anziché prenderne 12 anche l’anno prossimo può prolungare di tre anni portando a 8, che sono già tantissimi, i milioni che prende all’anno».
C’è anche il “caso” Danilo. Condivide la scelta di Thiago Motta di rinunciare ad un calciatore di tale spessore?
«Su Danilo io sono un po’ dubbioso. Secondo me, soprattutto nell’ultimo anno, non ha giocato bene ed è stato protagonista di molti errori. È vero che si è identificato con la juventinità ed è diventato un leader, però non ha giocato particolarmente bene. Non è stato Bremer, è stato molto lontano da Bremer. Quindi ci può anche stare che Thiago Motta in questo momento non punti su di lui. Poi ci sono anche ragioni contrattuali, ma l’anno scorso io ho visto fare a Danilo numerosi errori».
Tornando sul mercato, qual è l’operazione che la convince di più e quella che invece non avrebbe fatto?
«Parlarne adesso forse è temerario, giudichiamo in base a pochissime partite. Diciamo che certamente, per la somma investita, Douglas Luiz è quello da cui ci si attende di più. Anche se poi lui è stato al centro di un’operazione di mercato opportuna per entrambi i club. Un centrocampista brasiliano con le sue caratteristiche, un po’ portatore di palla, grande tecnica e personalità, nel campionato italiano ha bisogno di essere molto aiutato dalla squadra. Questo è il rischio principale. Sull’operazione che mi convince di più dico ovviamente Koopmeiners, perché l’abbiamo visto nell’Atalanta, e a me piace molto anche Nico Gonzalez».
Se dovesse fare un nome o un ruolo in particolare, secondo lei quale pedina manca alla nuova Juve di Thiago Motta?
«La pedina che manca di più è ovvia ed evidente, è una vera alternativa importante a Vlahovic. Sia perché non esiste squadra vincente che non abbiamo un centravanti prolifico, che da solo risolve certe partite. Vlahovic a volte lo fa, altre volte invece non si vede mai. In quelle occasioni le alternative sono modeste: Milik ha qualità ma è un giocatore molto delicato, è sempre ai box. E le altre ipotesi suggerite da Thiago Motta non mi convincono, c’è una lacuna in quel ruolo specifico».
Infine sulle tante uscite: condivide la scelta della Juve di rinunciare a giocatori del calibro di Szczesny, Rabiot o Chiesa?
«Rabiot aveva fatto delle richieste insostenibili, quindi giusto non proseguire con lui. Chiesa aveva avuto una serie di atteggiamenti negativi, per esempio l’anno scorso in qualche modo ha gettato la croce addosso ad Allegri per il suo rendimento modesto. Poi si è visto che anche con Spalletti… Insomma è un giocatore molto imprevedibile Chiesa, può azzeccare la grande partita però poi magari ne sbaglia tre. Per un grande club questa media non va bene. Su Szczesny sono rimasto molto stupito. Staremo a vedere, capiremo in base alla stagione di Di Gregorio, che a me pare un ottimo portiere, poi vedremo se è portiere da Juve o meno. Questa è l’unica operazione che mi ha lasciato un po’ perplesso».
Infine sulla Nazionale, che esce “rigenerata” dopo Francia e Israele. Spalletti è l’uomo giusto per tornare ai vertici?
«Io aspetterei a dire che l’Italia è rigenerata. Con la Francia la partita è diventata facile, con Israele non è che abbiamo fatto una partita memorabile. Anche agli Europei eravamo arrivati convinti di avere un gran gioco, quindi ci vuole cautela. Su Spalletti il punto è che per fare una Nazionale vincente servono idee chiare, che Spalletti non ha avuto agli Europei. E soprattutto serve avere un rapporto proficuo coi calciatori. Lui era riuscito ad irritare tutta la squadra. Mi sembra adesso che abbia invece l’atteggiamento giusto, un po’ più umile, e ripartiamo da questo. Poi vediamo».
Si ringrazia Fabio Ravezzani per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.