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Fulvio Re Cecconi: «Il sogno di tornare felici e spensierati per una partita della Juve»

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Nuova puntata de I Dialogobbi con Fulvio Re Cecconi: ecco cosa ha dichiarato in esclusiva per Juventusnews24

Puntata de I Dialogobbi nell’imminenza della semifinale d’andata Juventus-Inter. Ho parlato di questo e di altro con Fulvio Re Cecconi. Ingegnere, docente di Produzione Edilizia presso il dipartimento ABC del Politecnico di Milano, innamorato della Juventus, Fulvio è un altro degli amici che non conosco direttamente e che vado a pescare sui social per la loro provata appartenenza gobba. E non sbaglio mai, mi diverto sempre a scambiare idee sulla nostra passione.

Paolo: «Ciao Fulvio, partiamo con una nuova puntata de I Dialogobbi in modo insolito. Rovescio un po’ le abitudini e ti chiedo: secondo te, alla vigilia di Juve-Inter, nel vivo di un campionato ancora stimolante, a una settimana dei quarti di Europa League e con notizie quotidiane sulle nostre faccende extra-calcio, qual è l’argomento più urgente?».

Fulvio: «Sono aziendalista, Allegri nelle interviste dice che la squadra deve pensare partita per partita e che la partita più importante è quella che si deve giocare. Certo la partita di Coppa Italia è importante, non perché con l’Inter ma perché ci si gioca l’accesso alla finale, però una parte dei miei pensieri si perde sempre e va alle vicende extra campo. Speriamo non sia così anche per i giocatori. Per ora sono stati bravissimi in un campionato che io fatico a seguire. Mi piace vedere la singola partita, anche quella di sabato poco spettacolare, gioisco se la Juve vince, ma non riesco a guardare la classifica».

Paolo: «Bene, mi aggancio proprio all’ultimo termine: la classifica. Allegri spesso ha sottolineato come la Juve sarebbe seconda. Szczesny ha fatto persino di più, proponendo il calcolo dei punti che avremmo di vantaggio sulla terza. Io ti propongo questa riflessione, fatto salvo che senza il -15 magari tutto sarebbe andato diversamente: pensa oggi cosa significherebbe affrontare un’Inter non quarta ma quinta da una Juve che potrebbe persino rilassarsi in campionato comodamente seduta sul secondo posto. Non è assurda una situazione di questo genere?».

Fulvio: «Più che assurda! È folle. Il -15 ha falsato tutto il campionato, inutile nascondersi dietro una foglia di fico. Però non credo ci si possa piangere addosso troppo. Non si vive di “se” e di “ma”. Affrontiamo un’inter ferita e quindi ancora più pericolosa con la possibilità concreta di fare un buon risultato. In campionato alcuni giocatori si sono riposati e quindi attendo con fiducia il match di domani. Basterebbe il Di Maria di coppa per superare l’Inter».

Paolo: «A tal proposito, ho l’impressione che istintivamente noi tifosi siamo lì ad aspettare che la Juve dei big prima o poi si possa vedere. Quella con Di Maria, Pogba, Chiesa e Vlahovic. Ecco, se c’è un merito che credo vada riconosciuto ad Allegri è che oggi possiamo anche sperare in una squadra competitiva senza passare necessariamente da questi nomi. Per intenderci con un’immagine sintetica: questo Fagioli è un titolare vero, non una riserva promossa dalle circostanze…».

Fulvio: «Hai ragione! Permettimi di fare una premessa prima di continuare: sono un tifoso di Allegri, non comprendo gli juventini che lo contestano, tanto meno quest’anno con un’annata tanto pazza fuori dal campo. Credo che Fagioli sia molto forte, così come mi piace Miretti, o Iling-junior, devo dire che la next-gen (progetto per il quale dobbiamo ringraziare Andrea Agnelli) sta dando grandi frutti. Però Chiesa è il giocatore italiano più forte (a mio modesto parere), Di Maria è ancora tra i più forti al mondo, Pogba è un centrocampista di livello mondiale. Peraltro non vedo come una squadra possa affrontare una stagione con “solo” 11 titolari. Per cui benissimo avere tanti giocatori da ruotare e tutti “titolari” sia Di Maria sia Miretti, sia Pogba sia Fagioli».

Paolo: «Chiudo con una domanda sui sentimenti: qual è quello prevalente in te adesso? E ti chiedo se si è modificato rispetto anche solo a un mese fa e cosa aspetti maggiormente (io sono monotono da un bel po’ di tempo: l’Europa…)».

Fulvio: «Vincere l’Europa League sarebbe bellissimo, oltre ad essere difficilissimo. Tuttavia il trionfo in Europa non cancellerà il danno causato dalle procure (sportiva e non) e dai giornali conniventi. Il sentimento vero, adesso, è purtroppo la disaffezione. Quando mio figlio aveva 6 anni lo portai per la prima volta allo Stadium, passammo di fianco alla stella che avevamo “acceso” e lui, leggendo il proprio nome scritto sul metallo, mi disse: “papà, ma allora tutti i tifosi della Juve mi conoscono?”. Il mio sogno è tornare ad essere felice e spensierato per una partita. Oggi io (noi juventini?) mi sento accerchiato, vittima di un sistema che sembra non sopportare le nostre vittorie».

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